Famiglia nomade sgomberata dal campo di Roma-La Barbuta: costruisce casa abusiva a Ariccia


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Un caso di abusivismo edilizio ha coinvolto una famiglia di origine nomade che, dopo essere stata sgomberata dal campo “La Barbuta” di Roma ha costruito una casa abusiva su un terreno (acquistato regolarmente) nel comune di Ariccia, nel parco dei Castelli Romani. La vicenda, oggetto di un recente contenzioso giudiziario, si è conclusa con il rigetto del ricorso presentato dalla famiglia nomade contro l’ordine di demolizione della casa abusiva emesso dal Comune. La sentenza del Tribunale Amministrativo della Regione Lazio è stata pubblicata oggi, lunedì 27 gennaio.

Famiglia nomade sgomberata da Roma-La Barbuta si ‘trasferisce’ a Ariccia

La famiglia aveva vissuto nel campo nomadi La Barbuta” fino al suo sgombero, avvenuto nel 2019 (Giunta Raggi), ma senza la predisposizione di alternative abitative. “Il sig. omissis riferisce di aver precedentemente vissuto – così si legge nella sentenza giudiziaria – insieme alla propria famiglia all’interno del campo nomadi La Barbuta”, per il quale, tuttavia, è stata avviata una procedura di sgombero. Ma senza che l’Amministrazione capitolina – si legge sempre nel documento giudiziario – abbia provveduto alla ricollocazione delle persone che vi si trovavano“.

In cerca di una soluzione, il sig. omissis ha acquistato un appezzamento di terreno ad Ariccia, in una zona vincolata dal punto di vista paesaggistico, iniziando la costruzione di una abitazione, ma senza le autorizzazioni necessarie dal punto di vista edile-urbanistico.

Da Roma a Ariccia, ma il Comune non ci sta

Il Comune di Ariccia, dopo due sopralluoghi, ha rilevato la costruzione di una struttura in cemento ancora incompleta e ha emesso un’ordinanza di demolizione per abuso edilizio. Il provvedimento si basa sulla mancanza di titoli abilitativi e sul rispetto del vincolo paesaggistico presente sull’area.

La battaglia legale al Tar del Lazio

La famiglia ha impugnato l’ordine di demolizione, sollevando tre motivi di ricorso. Ha contestato la violazione del diritto all’abitazione sancito dall’articolo 8 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU), sostenendo che la demolizione compromettesse un bisogno essenziale. Inoltre, ha denunciato la mancanza di una motivazione adeguata nel provvedimento comunale e la presunta violazione del principio di “buon andamento” della pubblica amministrazione.

Il verdetto del Tribunale Amministrativo

Il Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) del Lazio ha rigettato il ricorso della famiglia nomade, ritenendolo completamente infondato. Il Tar Lazio ha ribadito che il diritto all’abitazione non può prevalere sull’interesse pubblico, al rispetto delle norme urbanistiche e paesaggistiche. L’ordine di demolizione è stato considerato un atto vincolato, non subordinato a valutazioni discrezionali da parte dell’amministrazione.

Il giudice ha anche chiarito che la mancanza di autorizzazioni non può essere giustificata da necessità personali, né la mancata urbanizzazione dell’area può sanare l’abuso. Inoltre, il tempo trascorso dalla realizzazione dell’opera non rende legittima una costruzione priva di titolo abilitativo.

Le implicazioni della sentenza

La sentenza ribadisce un principio fondamentale: l’interesse pubblico alla tutela del territorio prevale sulle esigenze individuali, anche in situazioni di difficoltà abitativa. Le norme urbanistiche e paesaggistiche, infatti, mirano a salvaguardare beni collettivi e non possono essere derogate senza adeguate autorizzazioni.

Con questa decisione, il Tar del Lazio ha confermato la legittimità dell’ordine di demolizione emesso dal Comune di Ariccia, condannando la famiglia al pagamento delle spese legali al Comune quantificate in 3mila euro. La vicenda si conclude con un monito chiaro sull’importanza di rispettare le regole urbanistiche e paesaggistiche, anche in situazioni di emergenza sociale.

Il caso evidenzia inoltre la necessità di politiche pubbliche più efficaci per affrontare situazioni di vulnerabilità abitativa, evitando che la mancanza di soluzioni adeguate spinga le famiglie nomadi a ricorrere a soluzioni illegali, come quella da noi appena raccontata.

Dal prossimo marzo, tra l’altro, il Campidoglio ha annunciato la volontà di sgomberare anche il campo nomadi di Castel Romano. Un campo situato a ridosso del comune di Pomezia. L’intero Piano di sgombero è stato da noi raccontato in via esclusiva.

Alla luce di quanto appena accaduto a La Barbuta la domanda sorge spontanea: il sindaco sindaco Roberto Gualtieri e l’assessore Andrea Tobia Zevi avranno pianificato una adeguato rialloggio delle famiglie per evitare un ‘esodo di massa‘ che finirebbe per gravare su IX Municipio, Castelli Romani, e comuni di Pomezia e Ardea? Molto presto lo scopriremo!

Gualtieri in una recente performance pubblica
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L'ex sindaca di Roma, Virginia Raggi
L’ex sindaca di Roma, Virginia Raggi www.7colli.it
campo nomade
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Roma, il campo nomadi La Barbuta
Roma, il campo nomadi La Barbuta – www.7colli.it