Farmaci per i bambini e antibiotici introvabili a Roma: la vergognosa ombra della speculazione

In questo periodo, in cui tanti italiani, soprattutto bambini, sono colpiti da un’influenza tra le più intense degli ultimi anni e da altre sindromi respiratorie, oltre che dal Covid-19, “siamo in seria difficoltà per la mancanza di alcuni farmaci, come quelli per l’aerosol, ad esempio il Clenil* che è il più usato, ma soprattutto medicinali pediatrici, a partire dagli sciroppi, antibiotici e simili”. A lanciare l’allarme è Eugenio Leopardi, presidente di Federfarma Lazio e coordinatore Consiglio nazionale Federfarma, che spiega all’Adnkronos Salute come, “mentre per l’ibuprofene, anch’esso super richiesto, abbiamo tante alternative con farmaci generici o equivalenti che contengono lo stesso principio attivo, per i bambini è più complicato perché non possono assumere tutte le forme farmaceutiche: in alcuni casi possono prendere solo sciroppi. E dire no a una mamma è pesante”, confessa. Non solo.
“Riguardo queste carenze, sempre più frequenti negli ultimi mesi, noi farmacisti – riferisce Leopardi – spesso non ne conosciamo neanche il motivo e siamo in difficoltà davanti a una mamma che ce lo chiede. Sappiamo che a causa della crisi energetica dovuta alla guerra in Ucraina, trattandosi di farmaci che costano pochissimo, alcune aziende hanno interrotto la produzione perché non ricevono le materie prime o quelle necessarie al confezionamento, o comunque che ci sono problemi di approvvigionamento, ma nella maggior parte dei casi non sappiamo perché mancano e quando potremo riaverli. In molti casi, come quello dell’ibuprofene o altri medicinali per adulti – rimarca – è più facile sostituirli con un generico o con un altro principio attivo, una soluzione si trova parlandone con il cittadino e con il suo medico nei casi più particolari, ma – ribadisce – per i bambini siamo in difficoltà“.

Come dice a LaPresse Andrea Mandelli, presidente della Federazione degli Ordini dei farmacisti italiani (Fofi), sono tra i 1.500 e i 2000 i farmaci che mancano sugli scaffali: antinfiammatori, antipiretici, antibiotici e prodotti per la tosse e antifebbrili per bambini a base di ibuprofene, alcuni antibiotici di uso orale e pediatrico, antipiretici e gli aereosol”.Tra le cause di carenza ci sono anche “i problemi legati alla guerra”: c’è infatti il “problema del confezionamento, mancano le fialette di vetro, manca la lamina del blister di alluminio delle pasticche”. L’appello lanciato dalla Federazione degli Ordini dei farmacisti italiani è quello di “fare un uso consapevole dei farmaci senza andare a fare scorte inutili”.
C’è un altro aspetto, molto meno nobile: la penuria attuale dipende da un’eccessiva esportazione verso i mercati esteri dei farmaci di fascia A, che in Italia hanno prezzo calmierato e quindi costano meno che all’estero.
Ecco come funziona il mercato dei farmaci: conviene venderli all’estero
È illuminante in tal senso un articolo del Quotidiano della Sanità:
«Il problema della carenza di farmaci nella farmacia sotto casa origina appunto da qui, nasce dalla convenienza del grossista-distributore, e talvolta della farmacia nei panni di distributore, ad esportare parallelamente quelle quantità fornite contingentate dalle industrie anziché venderle direttamente sul mercato locale.
Questo perché i margini di guadagno ad esportarle parallelamente sono superiori a quelli se venduti sotto casa. Tutto legale, legittimo e ottemperante alle più elementari regole del libero mercato. Se non fosse che poi a volte mancano quei farmaci in centro a Milano o a Roma perché legittimamente andati via verso paesi e mercati più redditizi».