Fasce e sfascio, sugli orari dei negozi Raggi e Zingaretti danno i numeri (video)

Siamo alla follia, e ci mancavano pure le fasce. Da oggi infatti si riprende, o almeno si entra in quella Fase 2 che dovrebbe consentire a Roma e all’Italia di rialzare la testa. Di rimettere in moto il sistema produttivo. Di ricominciare a far girare liquidità, economia  e commercio. Insomma in una parola, di dare ossigeno a chi da oltre due mesi è fermo al palo. E chiede solo una cosa, di poter riprendere a lavorare. Visto che con i sussidi veri o presunti di 600 euro al mese sicuramente non ci si campa. E non si fanno capare le proprie famiglie. Tutti hanno chiesto una cosa sola, visto che si è capito da un pezzo che per commercianti e liberi professionisti di aiuti veri non ce ne sono. Di togliere di mezzo la burocrazia, dare più flessibilità e libertà d’impresa. Ovviamente nel rispetto della sicurezza e delle regole che abbiamo imparato a conoscere. E che nessun commerciante vuole mettere in discussione. Anche Virginia Raggi in  una recente intervista a Repubblica diceva sicura, per ripartire dobbiamo semplificare.

Peccato però che ancora una volta si sia fatto il contrario. Perchè comune di Roma e Regione si sono inventati le fasce orarie. Come in un gioco perverso, i poveri esercenti dovranno scegliere. Tra la fascia F1, F1A, F1B, F2 ed F3. Ognuna con i suoi  orari di apertura e di chiusura diversi. Alcuni sovrapponibili. Tutti interpretabili. In una parola caos totale, rischio multe e cronaca di un disastro annunciato.

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Lavinia Mennuni (FDI), sulle fasce orarie dei negozi sarà un disastro. Raggi e Zingaretti ci ripensino 

Sulla polemica dei nuovi orari per i negozi e gli esercizi commerciali in vigore da oggi a Roma e in tutto il Lazio è intervenuta Lavina Mennuni, consigliera comunale di Fratelli d’Italia. Lanciando con un video un doppio appello. Uno rivolto a tutti i cittadini romani, per invitarli a comperare italiano. A scegliere i negozi che commercializzano i prodotto delle nostre filiere. Che fanno lavorare le nostre industrie. E l’altro rivolto alla sindaca Raggi e al governatore Zingaretti. Perchè rivedano subito il sistema delle fasce orarie per l’apertura degli esercizi commerciali. Che è  a dir poco cervellotico e complicatissimo. Il piccolo commercio di vicinato va aiutato a ripartire, attacca la Mennuni. E non zavorrato da disposizioni insensate e dannose. Chiediamo che vengano subito tolte le nuove norme capestro, che rappresentano la mazzata definitiva contro tutti i commercianti del nostro territorio. Dobbiamo aiutare e sostenere il commercio, prosegue la consigliera di Fratelli d’Italia. Perchè la crisi sopportata da questo settore è veramente senza precedenti. Noi cittadini lo possiamo fare comperando prodotti italiani, e invito tutti a farlo. Ma la Raggi e Zingaretti devono togliere orari obbligati e limitazioni.  Hanno il dovere politico di ascoltare il nostro appello, se non vogliono contribuire al fallimento definitivo di decine di migliaia di commercianti.

Non ci potremo tagliare i capelli prima delle 11. Forse il virus la mattina presto è più cattivo

La burocrazia colpisce ancora. Parafrasando la celebre saga di guerre stellari, stavolta i cattivi con la maschera nera sul volto sono stati la Raggi e Zingaretti. Che si sono inventati un sistema di fasce orarie per la riapertura dei negozi da fantascienza. O se preferiamo da incubo, almeno per gli operatori del settore. Riassumendo, avremo aperture scaglionate per categorie. Alimentari, fornai, pasticceri e supermercati dovranno aprire tra le 7 e le 8, con due fasce di chiusura. Alle 15, o dalle 19 alle 21.30. Artigiani, falegnami, elettricisti, idraulici ed affini apriranno tra le 9.30 e le 10 e chiuderanno entro le 19. Negozi non alimentari, parrucchieri, barbieri, estetisti, telefonia e simili potranno alzare la serranda tra le 11 e le 11.30 per chiudere tra le 19 e le 21.30. Così almeno per ora non vi alzate presto per andare dal barbiere, che lo trovereste chiuso. Perchè tagliarsi i capelli e farsi la barba la mattina è troppo pericoloso. Un appello sommesso a chi può decidere. Per favore, recuperiamo un briciolo di buon senso. E permettiamo a chi è ancora in grado di riprendere a lavorare. Prima che sia davvero troppo tardi.