Fdi sbertuccia Di Maio: ma alla Farnesina ci sei tu o Conte?

Conte di maio

Povero Di Maio, smentito da Conte e sbertucciato da Fdi sul conflitto russo ucraino. Mentre il ministro degli Esteri tenta di occultare l’evanescenza del suo personalissimo piano di pace, i deputati della Meloni con la prima firma del capogruppo Lollobrigida lo hanno invitato a uscire dal guscio.

Perché Di Maio dice una cosa – rileva Fdi nell’atto parlamentare – mentre Conte, suo leader politico, sta sul fronte opposto. Ed è difficile capire se la linea della Farnesina – e del governo – sull’Ucraina sia orientata più su Draghi o sullo stesso Conte. Se queste cose non si chiariscono diventa inevitabile un giudizio di inaffidabilità della politica del governo italiano sulla guerra.

Chi decide, Di Maio o Conte?

L’ex premier è da settimane che batte sul tasto della cosiddetta escalation diplomatica. “Il MoVimento 5 Stelle si è dichiarato favorevole ad aiutare militarmente l’Ucraina sin dall’inizio, ma è stata una decisione molto sofferta. Dopo tre invii di armi, l’Italia ha già dato il suo contributo. Ora deve impegnarsi per sforzi diplomatici più intensi, si deve evitare un’escalation militare”. Il che sta a significare una conferma dei dubbi su ulteriori invii di armi a Kiev e il preannuncio di una battaglia parlamentare sulle prossime mosse di Draghi alle Camere.

Il ministro non può tacere

E in effetti chi deve parlare con chiarezza è proprio il responsabile della diplomazia italiana, ovvero Luigi Di Maio. Questi non può pensare di restare in silenzio di fronte ad una crisi come quella che sta vivendo tutto il mondo. Chiunque, di fronte ai dubbi del leader Cinquestelle, può averne altrettanti sulla linearità del ministro degli esteri.

C’è da capire, chiede Fdi al titolare della Farnesina, se “condivida la linea del leader del MoVimento 5 Stelle, al quale lui stesso appartiene. E che in termini numerici rappresenta il primo gruppo della maggioranza che sostiene il Governo presieduto da Mario Draghi, oppure se intenda proseguire in continuità con quanto fatto fino a ora nel rispetto degli impegni assunti in sede parlamentare”.

Delle due l’una: Di Maio dovrà scegliere tra partito e governo.