Federalberghi, in un anno perso l’80% del fatturato. E la ripresa sarà lenta

È stato chiaro il presidente di Federalberghi di Roma Giuseppe Roscioli. Le riaperture arriveranno tra qualche giorno, ma tutto il settore è fermo da oltre un anno. Particolarmente a Roma, che come le altre città d’arte italiane ha risentito enormemente dello stop pressoché totale dei flussi turistici. “Chi ha gli alberghi al mare o in montagna, nella scorsa estate è andato un po’ meglio. Ma a Roma in pratica dal primo lockdown non si è più lavorato – ha spiegato al Messaggero.it Roscioli. Tra poco si potrà riaprire, ma la ripresa sarà lenta, per forza di cose. E prima di settembre, non si attende una vera inversione della rotta”. Così da fine aprile nella Capitale riapriranno solo il 20% delle strutture alberghiere. Gli altri hotel rimarranno con le porte serrate, in attesa di capire come andranno le cose. Anche perché rimettere in funzione la filiera dell’hotelerie ha costi non indifferenti. Con il personale da richiamare in servizio, la decadenza della cassa integrazione, la merce da comperare, le igienizzazioni da fare e chi più ne ha più ne metta. È lo stesso Roscioli a chiarirlo, con una speranza. Che con il procedere delle vaccinazioni e le riaperture di mostre, musei e luoghi d’arte i turisti stranieri si tornino a riaffacciare a Roma. Soprattutto americani e cinesi, che rappresentano per questo settore la fetta principale del mercato.

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In mille resteranno chiusi solo a Roma. I dati di Federalberghi sulle riaperture descrivono un flop

Resteranno chiusi in mille, almeno per ora. Questo il numero fornito da Federalberghi di Roma, rispetto a quanti hotel della Capitale ricominceranno davvero a lavorare dopo il 26 aprile. Sembra così delinearsi un vero e proprio flop, anche perché gli aiuti promessi al settore sono arrivati con il contagocce. E più di un albergatore ha parlato di una vera e propria selezione naturale. Così le voci si rincorrono in città, e c’è chi spiega il perché della propria scelta. Di tenere comunque le porte chiuse anche nelle prossime settimane. “Stiamo aspettando e monitoreremo l’andamento delle eventuali richieste”, spiega Walter Pecoraro a capo dell’hotel Cosmopolita a pochi passi dai Fori Imperiali. Il suo albergo di 80 camere è chiuso dal marzo scorso. Una data per la riapertura? “Ancora non c’è perché dobbiamo capire se ci saranno le prenotazioni”.

Dello stesso tenore le dichiarazioni di Massimo Quarta, titolare dell’hotel Oxford di via Boncompagni. Il suo albergo è uno dei pochi che in questi mesi è rimasto aperto. «Abbiamo lavorato anche per il ristorante – dice – ma è chiaro che la clientela è pressoché assente. Non ci sono turisti se non ospiti che arrivano per lavoro e sono sempre gli stessi. Dobbiamo gettare lo sguardo oltre e pensare a riprogrammare i prossimi mesi. È chiaro che per fine aprile non cambierà nulla, il processo sarà graduale e lento ma dobbiamo avere fiducia». Molto – e di questo gli albergatori ne sono convinti – «dipenderà anche dal “sentiment” delle persone – conclude il presidente di Federalberghi Roscioli. Ma appunto, la ripresa sarà graduale. E nella maggior parte delle strutture si potrà parlare di una ripartenza vera solo a partire dalla prossima primavera».

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