Fiaccola olimpica a Roma: la Capitale diventa set mondiale delle Olimpiadi 2026: Noemi, Gerini e Achille Lauro tedofori

Roma, frecce tricolori per la Fiamma Olimpica

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Roma si accende — letteralmente — per Milano Cortina 2026: oggi, sabato 6 dicembre 2025, la fiaccola olimpica ha iniziato la sua corsa nella Capitale trasformando monumenti, piazze e scorci iconici in un’unica passerella nazionale. Non è solo sport: è un gigantesco racconto pubblico, una cartolina per l’estero e, inevitabilmente, anche un messaggio politico.

Una fiamma che “vende” l’Italia (e non lo nasconde)

Il format è chiarissimo: emozione, bellezza, volti noti, musica e spettacolo ad ogni sosta. In altre parole: uno spot itinerante dell’Italia, con Roma come primo grande palcoscenico. Lo dice il comunicato senza giri di parole: “Per 63 giorni, la fiamma attraverserà 60 città, per oltre 12mila chilometri, toccando ogni provincia e bellezze artistiche e paesaggistiche. Un vero e proprio spot dell’Italia nel mondo.” E quando una staffetta diventa “spot”, entra automaticamente nel campo della politica: identità nazionale, promozione turistica, soft power, e anche la regia dei partner che tengono in piedi lo show.

Dal Foro Italico: il rito di passaggio e i simboli che pesano

La partenza alle 9.30 dallo Stadio dei Marmi “Pietro Mennea”, con una sequenza che sa di staffetta tra generazioni e istituzioni. Prima i saluti dei vertici, poi la scena “madre”: “Giancarlo Peris, l’ultimo tedoforo dei Giochi di Roma 1960, ha consegnato la fiaccola a Giovanni Malagò, incaricato di accendere il braciere.” È qui che la cerimonia diventa racconto pubblico: dal ’60 al 2026, dalla memoria alla promessa. E dentro c’è un messaggio implicito: le Olimpiadi come continuità, non come evento isolato.

Paltrinieri, Di Francisca, Tamberi: lo sport che parla (anche del mondo)

Poi entra in scena la triade degli olimpionici: Gregorio Paltrinieri, Elisa Di Francisca, Gianmarco Tamberi. Paltrinieri mette una frase che suona come una stilettata di realtà in mezzo ai fuochi d’artificio: “La fiaccola va oltre lo sport… Anni fa si fermavano guerre, anche se dubito succeda adesso.”

È una dichiarazione che sposta l’asse: richiama l’idea olimpica di tregua e unità, ma ammette che oggi quel mito fatica a reggere. Ed è proprio questo il nodo politico: celebrare l’unione mentre il mondo è frammentato. La fiaccola prova a cucire, anche solo per un giorno, ciò che fuori si strappa.

Le tappe “da film”: San Pietro, Trevi e il braciere nascosto a piazza del Popolo

Il percorso punta dritto al cuore dell’immaginario romano: Gazometro, piazza San Pietro, Castel Sant’Angelo, Pantheon, Campidoglio, Fori Imperiali, Colosseo. E poi l’operazione nostalgia-pop con la città trasformata in set: “Non manca un iconico e suggestivo passaggio in Vespa lungo via Veneto.”

Dalle 18.30 in poi, una sequenza da copertina: Fontana di Trevi, Montecitorio, Palazzo Chigi, piazza di Spagna, via del Corso, fino alle 19.30 con l’accensione del braciere “fra le quinte” di piazza del Popolo, accompagnata da concerto. Tradotto: Roma non fa solo da cornice, fa da protagonista.

I tedofori “speciali”: la politica dei volti famosi

La lista è un manifesto di pop culture e istituzioni, con un mix che crea consenso trasversale: Matteo Berrettini, Achille Lauro, Noemi, Claudia Gerini, e poi Max Biaggi, Gigi Datome, Andrea Bargnani, Giuseppe Tornatore, fino alla stilista Lavinia Biagiotti. E spunta anche un profilo internazionale, da diplomazia umanitaria: “Porta la torcia anche Rania Dagash-Kamara, assistant executive director del World Food Programme (WFP).” È una scelta precisa: legare la fiamma non solo allo sport, ma a un’aura di impegno globale.

Tra festa e città reale: traffico, sicurezza e l’ultimo saluto

Dietro la magia c’è la macchina urbana: limitazioni al traffico e sorveglianza della polizia locale. E domani, domenica 7 dicembre, l’uscita di scena: “La torcia olimpica lascerà Roma… verso l’Eur e Ostia, lasciando da qui definitivamente la Capitale.” La fiaccola passa, la città resta: con le sue meraviglie e i suoi problemi quotidiani. Ma intanto l’immagine è servita. E, per una sera, Roma torna a essere il centro del mondo.