Fini va in tv e si conferma il leader di sempre. E ammette…

Fini tv

Non c’è dubbio, ascoltare Gianfranco Fini in tv vale sempre la pena, resta cento spanne sopra tutti, anche se la Annunziata voleva farlo parlare solo di fascismo e antifascismo.

A RaiTre ha detto che non vuole fare più politica attiva ed è un peccato, perché la lucidità resta quella di un tempo pur su quello che non si condivide. Ma ha saputo dire la sua, come al solito, su diversi argomenti, e credo con soddisfazione per chi ascoltava.

Fini in tv cento spanne sopra tutti

Fini in tv è ancora in grado di impartire lezioni di politica e anche il quadro che ha dipinto sulla coalizione di governo è assolutamente realistico. Per questo fa bene a “consigliare” a Giorgia Meloni un surplus di pazienza di fronte ad alleati che possono apparire inquieti, ma che comunque rappresentano sempre un pezzo importante – e determinante – del mosaico.

Due i momenti di assoluto godimento nella trasmissione dell’Annunziata. Il primo, quando ha descritto il grigiore del Pd, che ha perso la capacità di riscaldare i cuori di chi ancora lo vota.

Il secondo, quando si è soffermato su quella frase della Meloni, rivolta a Berlusconi, in cui la leader della destra diceva “non sono ricattabile”. In quel momento, Fini deve aver percorso in pochi secondi tanti anni del suo rapporto con Berlusconi, con l’onesta ammissione dell’errore chiamato Pdl, nel quale io nemmeno entrai…

Ci vorrebbe un Senato della destra

Ma resta un grande leader che dovrebbe meritare molto più rispetto anche a destra. Certo, alcune delle sue idee magari non combaciano con quelle di ciascuno di noi, ma c’è una statura morale che le rende importanti: chi ha guidato la destra politica per tanti anni deve essere ascoltato con la massima considerazione.

Meriterebbe di guidare un Senato della destra italiana, per offrire idee a chi viene dopo di lui. E magari di occupare un posto d’onore in quella Fondazione Alleanza Nazionale che ritroverebbe un leader che non scalpita per occupare posti. Ci pensino.