Fino al 15 luglio la mostra su “Canova l’ultimo principe”, nel bicentenario della morte

suoNell’ambito delle celebrazioni nazionali per i duecento anni dalla morte di Antonio Canova, l’Accademia Nazionale di San Luca ha dedicato una grande mostra allo scultore e al legame indissolubile che ebbe con questa Istituzione romana. Promossa e organizzata dall’Accademia Nazionale di San Luca, nel quadro delle celebrazioni per il bicentenario della morte di Antonio Canova (1757-1822), sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, la rassegna resterà aperta ancora fino al 15 luglio. Cura e organizzazione sono di Claudio Strinati, Serenita Papaldo, Francesco Cellini, Laura Bertolaccini, Carolina Brook, Elisa Camboni, Fabrizio Carinci, Giulia De Marchi e Fabio Porzio.
La mostra su Canova divisa in otto sezioni
Eletto accademico di merito nel 1800, infatti, Canova poi acclamato principe nel 1810, mentre nel 1814 ricevette il titolo di “principe perpetuo” per il suo straordinario ruolo. Vivendo un’epoca travagliata dai rivolgimenti politici, la Rivoluzione prima, l’impero napoleonico e la Restaurazione dopo, Canova seppe coniugare l’impegno istituzionale in difesa del patrimonio monumentale di Roma con la promozione delle arti contemporanee. In questo quadro pose l’Accademia di San Luca al centro delle molteplici attività artistiche, archeologiche e di riassetto urbano, in un intreccio di competenze finora inedito. Le otto sezioni tematiche in cui si articola la mostra ripercorrono gli anni canoviani, dall’ingresso in Accademia nel 1800 alla morte nel 1822, descrivendo la compagine artistica e il contesto culturale nel quale lo scultore agì.

Il rapporto tra Canova e l’Accademia
Testimoniano del profondo rinnovamento che Canova seppe imprimere all’istituzione, riformandone la didattica artistica attraverso la creazione di nuovi concorsi per i giovani, attualizzando le pratiche legate al restauro e alla tutela del patrimonio monumentale antico e al riassetto urbano di Roma e promuovendo l’arte contemporanea. “Intento della mostra – afferma Claudio Strinati, che firma anche l’introduzione alla guida della rassegna mostra- è quello di mettere in luce quanto Canova fu importante per l’Accademia e quanto il ruolo da lui svolto in questo alto consesso degli artisti sia rilevantissimo per la città di Roma, per l’Italia tutta e per la storia delle Belle Arti nel mondo intero consacrando al massimo livello l’autorevolezza e la conseguente autorità dell’Accademia stessa”.
Canova riferimento della politica culturale dell’epoca
Risplende così il prodigioso lavoro del Canova promotore appassionato delle Belle Arti e insieme conservatore del patrimonio artistico antico e moderno, culminante nell’eroica impresa del recupero dei beni trafugati dalle armate napoleoniche. “Vediamo la vicenda dei Concorsi indetti da Canova, rinnovando mirabilmente una felice tradizione – prosegue quindi Strinati -. Comprendiamo il ruolo di Bertel Thorvaldsen verso comuni strategie creative. Emerge soprattutto la peculiarità precipua del Canova accademico di San Luca, quella di imprescindibile punto di riferimento per la politica culturale, dalla creazione del nuovo alla tutela dell’antico senza una vera cesura o discontinuità tra l’uno e l’altro ambito di azione. Un ideale e una prassi che hanno ancora molto da insegnare anche alle attuali generazioni”.