Fiumicino, addetto alle pulizie trova 10mila euro e li consegna alla Polizia: «Io voglio guadagnare lavorando»
A volte la notizia più sorprendente è quella che parla di normalità. Di qualcuno che sceglie la strada più semplice e insieme la più rara: quella della correttezza. È quello che è accaduto a Fiumicino, all’aeroporto, dove un addetto alle pulizie ha trovato quasi 10mila euro in un sacchetto abbandonato dietro una porta dello scalo C. Nessuna esitazione, nessun calcolo. Solo una decisione immediata: consegnarlo alla Polizia aeroportuale.
La scoperta: un sacchetto pieno di banconote
Oumar Ndiaye, 45 anni, dipendente de La Lucente Spa, stava lavorando come ogni mattina quando ha notato quel sacchetto fuori posto. Dentro, banconote da 100 euro impilate fino a sfiorare quota diecimila. «Non avevo mai visto così tanti soldi tutti insieme» ha raccontato. «Mi è venuto un colpo». Il timore che qualcuno potesse accorgersene prima di lui lo ha spinto a coprire il sacchetto con un telo e a raggiungere subito gli agenti. «Mi sono messo in fila come tutti. Quando l’ho consegnato, non credevano ai loro occhi».
Per molti sarebbe stata la tentazione del “colpo di fortuna”. Per lui, una stranezza dentro un turno come tanti. «Mi hanno insegnato a lavorare e guadagnare onestamente» spiega. «Fin da quando avevo dieci anni, e dovevo trovare qualche lavoretto per aiutare la mia famiglia». Le autorità di Polizia e gli uffici aeroportuali lo hanno ringraziato personalmente. Lui ha rimesso il gilet da lavoro ed è tornato ai suoi spazi da pulire. Come se nulla fosse.
Chi è Oumar: vent’anni in Italia, una vita costruita con fatica
Originario del Senegal, Oumar vive a Fiumicino con la moglie e i due figli. Vent’anni fa è arrivato in Italia, poi a Roma, fino al contratto a tempo indeterminato firmato l’anno scorso con l’azienda che cura la pulizia dello scalo. Un lavoro stabile, dignitoso, che gli permette di mantenere la famiglia e ritagliarsi tempo per lo sport e per i suoi affetti. «Non avrei mai potuto prendere quei soldi» ribadisce. «Sono felice di ciò che ho. Il mio sogno da bambino era venire in Italia. E questo sogno si è avverato».
Lui è felice così. Del suo gesto semplice, che molti non avrebbero fatto. Oumar è un uomo che, in una mattina qualunque di dicembre, ha fatto la cosa giusta. In un aeroporto dove passano milioni di persone, la storia più semplice diventa anche la più significativa: un promemoria che la lealtà e la dignità del lavoro possono ancora essere notizia.