Fiumicino, cantiere navale trasformato in discarica poi andata a fuoco: sequestrata area di 600 mq

Questa mattina i Carabinieri di Fiumicino insieme al Nucleo Forestale di Ostia, hanno posto sotto sequestro un’area di circa 600 metri quadrati in via Monte Cengio. L’area, demaniale e affidata in gestione a una società identificata come C., era stata adibita a cantiere navale. Durante le verifiche successive all’incendio del 16 agosto, i militari hanno scoperto che lo spazio era stato trasformato in una discarica abusiva.
Rifiuti pericolosi tra i cumuli
Nel sopralluogo sono emersi cumuli di materiali di ogni tipo, alcuni classificati come rifiuti speciali pericolosi. Tra questi, calcinacci, lastre di ondulino contenenti amianto, rottami ferrosi, vecchi mobili, elettrodomestici dismessi e altri scarti di demolizioni edilizie. Una gestione ritenuta illecita e potenzialmente rischiosa per la salute pubblica e per l’ambiente costiero.

Indagini coordinate dalla Procura
La scoperta ha portato i Carabinieri a trasmettere un’informativa alla Procura della Repubblica di Civitavecchia, che sta coordinando le indagini. L’ipotesi di reato riguarda la gestione non autorizzata di rifiuti, una violazione che comporta conseguenze penali e sanzioni economiche. Gli accertamenti proseguiranno nelle prossime settimane, con la possibilità di individuare ulteriori responsabilità a carico della società concessionaria.
L’iter autorizzativo in ritardo
Il sequestro si inserisce in un contesto già complesso. L’area, infatti, era in attesa di un via libera amministrativo per la regolarizzazione delle attività, previsto inizialmente entro febbraio 2025. Tuttavia, la procedura subirà un ulteriore rinvio e, salvo nuove proroghe, la scadenza è stata spostata al 30 settembre 2025.
Un ritardo che rischia di aggravare la situazione, lasciando in sospeso la destinazione definitiva dello spazio demaniale.
Impatto sul territorio
La vicenda riaccende i riflettori sulla gestione delle aree demaniali a Fiumicino. La presenza di una discarica abusiva in un sito costiero, nato per attività nautiche, rappresenta un campanello d’allarme per la tutela ambientale. I materiali rinvenuti, come l’amianto e i rottami ferrosi, possono avere conseguenze dirette sulla qualità dell’aria, del suolo e delle acque. Un tema che tocca da vicino residenti, operatori turistici e realtà produttive legate al mare.
Prossimi sviluppi
Il procedimento giudiziario in corso e il nuovo termine fissato per le autorizzazioni delineano mesi cruciali per il futuro dell’area di via Monte Cengio. L’obiettivo sarà chiarire se la gestione della società C. abbia effettivamente violato le norme ambientali e, in caso di conferma, quali misure saranno adottate per il ripristino del sito. Fino ad allora, i 600 metri quadrati resteranno sotto sequestro preventivo, in attesa delle decisioni della magistratura.