Fiumicino, lo ‘stabilimento dei vip’ sul lago di Traiano chiede di allargarsi: il Tribunale convoca Regione e Comune

Fiumicino, il lago, foto Google Maps

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Fiumicino, lo ‘stabilimento dei vip‘ sul lago di Traiano chiede di allargarsi: il Tribunale convoca Regione e Comune. Il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio ha emesso un’ordinanza che riapre il caso riguardante una richiesta di ampliamento -rettifica avanzata da un noto stabilimento balneare situato sul Lago di Traiano, a Fiumicino.

La struttura aveva presentato nel 2018 una domanda di modifica e ampliamento della concessione demaniale già in suo possesso. Ma a tale richiesta era seguito il ‘No‘ di Comune (all’epoca guidato da Esterino Montino) e della Regione Lazio (all’epoca guidata da Nicola Zingaretti).

La richiesta, che riguarda un’area in via del Lago di Traiano, era stata respinta dalla Regione Lazio sulla base del regolamento regionale n. 10/2014. La determinazione di diniego era stata notificata al richiedente il 22 ottobre 2018, dando avvio a un lungo contenzioso amministrativo.

Fiumicino, il caso dello stabilimento dei vip finisce in Tribunale

Il procedimento giudiziario ha preso ufficialmente il via nel 2019, con il deposito del ricorso al TAR da parte del titolare della concessione. Dopo anni di stallo burocratico, il Tribunale ha deciso di procedere alla valutazione del merito, convocando Regione Lazio e Comune di Fiumicino per chiarimenti.

Il Tar ha disposto che la Regione presenti entro 30 giorni tutti gli atti del procedimento e fornisca documentati chiarimenti sui motivi che hanno portato al diniego dell’istanza. L’udienza per la discussione del merito è stata fissata per il 5 dicembre 2025.

Regione Lazio e Fiumicino assenti in giudizio sullo stabilimento dei vip

Un elemento che colpisce è la totale assenza, finora, sia della Regione Lazio che del Comune di Fiumicino nel procedimento. Nessuna delle due amministrazioni si sarebbe costituita in giudizio, come risulta dagli atti giudiziari.

Nonostante la natura pubblica della questione e l’impatto potenzialmente rilevante sul territorio e sulla gestione delle concessioni demaniali. Il TAR ha pertanto sollecitato la Regione a fornire quanto richiesto. Pena il rischio di una pronuncia giudiziaria sulla base dei soli atti presentati dalla parte ricorrente. Una vicenda che solleva interrogativi

La questione coinvolge temi delicati come la gestione del demanio pubblico. La trasparenza amministrativa. E il rispetto delle regole in aree pregiate e sensibili come quella del Lago di Traiano. Si tratta infatti di una zona a forte vocazione turistica e paesaggistica, dove le concessioni devono sottostare a norme stringenti per evitare abusi o speculazioni.

Il ricorso in oggetto, avanzato da una società privata il cui nome non è stato reso pubblico, punta a ottenere una revisione delle dimensioni della concessione originaria, con l’obiettivo di estendere l’area a disposizione dello stabilimento.

Il contesto: un’area sotto pressione

L’area del Lago di Traiano è da tempo al centro di interessi economici e progetti di valorizzazione turistica. Tuttavia, l’equilibrio tra sviluppo e tutela ambientale resta precario. La possibilità che strutture private, seppure rinomate, ottengano ampliamenti delle concessioni rischia di innescare una spirale di richieste simili, con potenziali ripercussioni sull’accessibilità e sulla gestione delle risorse pubbliche? Non lo sappiamo.

La decisione del TAR, prevista per il 5 dicembre 2025, potrebbe dunque costituire un precedente rilevante anche per altri concessionari nella stessa area o in contesti simili.

Cosa aspettarsi

Ora, con il Tribunale che ha imposto un termine perentorio alla Regione Lazio per produrre gli atti, si attende un nuovo snodo cruciale in questa vicenda. Resta da vedere se le amministrazioni coinvolte decideranno di assumere un ruolo attivo nel procedimento oppure se il contenzioso proseguirà nel silenzio istituzionale.

In ogni caso, la sentenza prevista per fine anno sarà decisiva per chiarire se le regole sulle concessioni demaniali verranno applicate in modo uniforme o se, ancora una volta, il peso economico e l’influenza dei soggetti coinvolti faranno la differenza.

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