Fiumicino, per ingrandire il capannone ‘ruba’ un pezzo di spiaggia: Tribunale conferma la stangata del Comune

Il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio ha respinto il ricorso presentato da una società di Fiumicino, confermando la validità l’ordinanza del Comune che impone la demolizione di un capannone ampliato senza permessi e realizzato in parte su area demaniale, ossia sulla spiaggia. Secondo i giudici, si tratta di un abuso edilizio di rilevante entità, che non può essere giustificato né dal tempo trascorso né dalla presunta esiguità delle opere. La demolizione è stata dichiarata un atto dovuto e vincolato, a tutela dell’interesse pubblico e del territorio.
Un abuso esteso su area vincolata di Fiumicino
Le verifiche tecniche hanno accertato un incremento di circa 100 metri quadrati rispetto al progetto autorizzato, con modifiche strutturali e realizzazione di nuovi ambienti. Le opere non autorizzate sono sorte su un tratto di spiaggia pubblica sottoposto a vincolo. L’amministrazione comunale aveva ordinato già nel 2021 il ripristino dei luoghi, segnalando che i manufatti abusivi erano estranei alle pratiche di condono presentate in passato.

Le opere irregolari contestate
L’elenco dei manufatti è lungo: ampliamento del capannone principale di circa 60 metri quadrati, due ambienti adiacenti da 20 metri quadrati ciascuno, distribuzione interna diversa da quella autorizzata, apertura di varchi difformi e assenza di scala e soppalco previsti in progetto. A questi si aggiungevano un container-magazzino da 13 metri quadrati, un prefabbricato adibito a ufficio da 70 metri quadrati e un manufatto in lamiera da 7 metri quadrati. Strutture che, nel complesso, hanno inciso pesantemente sull’assetto originario dell’area costiera, secondo il Comune e ora anche il Tribunale.
Una sentenza di principio
Il Tar ha ribadito che gli ordini di demolizione, quando fondati su accertamenti tecnici, non necessitano di ulteriori motivazioni oltre alla descrizione delle difformità riscontrate. In caso di abusi edilizi, l’amministrazione non deve bilanciare l’interesse privato con quello pubblico, ma ha l’obbligo di intervenire. Oltre alla demolizione, i giudici hanno condannato la società al pagamento di 1.500 euro di spese legali.
Difesa del territorio
La sentenza segna un punto fermo nella difesa del litorale di Fiumicino. Le aree costiere, già sottoposte a forti pressioni urbanistiche, necessitano di controlli serrati e interventi rapidi per garantire il rispetto delle norme edilizie.
Il caso dimostra come gli abusi, anche se giustificati come interventi di “modesta entità”, possano compromettere aree pubbliche di pregio e debbano quindi essere rimossi senza eccezioni.