Fiumicino, peschereccio affondato: detriti dell’imbarcazione in spiaggia. Attesa per l’esame autoptico delle vittime

peschereccio “Sette Fratelli”

La Guardia Costiera prosegue le indagini per ricostruire la dinamica della tragedia in mare che ha coinvolto Massimo e Claudio Di Biase, padre e figlio rispettivamente di 62 e 29 anni, trovati senza vita domenica dopo l’affondamento del loro peschereccio, Sette Fratelli, lungo 13 metri. L’incidente è avvenuto a circa 800 metri dalla costa, in corrispondenza del Lido del Carabiniere a Focene.

L’allarme è scattato alle 15:30, con l’immediato intervento dei mezzi della Capitaneria di Porto. Intorno alle 19, il corpo di Massimo è stato rinvenuto non lontano dal luogo dell’affondamento, mentre quello di Claudio è stato trovato vicino alla riva tra Focene e Fregene. Le condizioni meteorologiche avverse, con onde alte fino a quattro metri e raffiche di vento gelido da nord, hanno contribuito al disastro, rendendo ancora più difficile ogni tentativo di soccorso e recupero.

I detriti dell’imbarcazione, spinti a riva dal mare in burrasca, sono stati raccolti dalla Guardia Costiera di Fregene e sequestrati per essere messi a disposizione dell’autorità giudiziaria. Il Capitano di Vascello, Silvestro Girgenti, ha spiegato che l’abbassamento del fondale e la violenza delle onde hanno travolto l’imbarcazione. L’affondamento è avvenuto a oltre dieci metri di profondità, e le pessime condizioni del mare rendono attualmente impossibile il recupero dello scafo.

Nei prossimi giorni, l’esame autoptico sui corpi delle due vittime potrebbe fornire ulteriori dettagli utili alle indagini. L’inchiesta dovrà chiarire le cause dell’incidente e accertare eventuali responsabilità legate alla tragedia.