Fiumicino, stop al maxi Piano edile su area a “Rischio allagamento”: il Tribunale conferma il ‘No’ del Comune

Fiumicino, il Tribunale Amministrativo del Lazio ha respinto i due ricorsi presentati dalle società B.I. s.r.l. e N.C.F. s.r.l. contro, rispettivamente, i ‘No‘ di Comune di Fiumicino e Autorità di Bacino alla realizzazione di un nuovo maxi Piano edile artigianale-industriale (tecnicamente, nella sentenza, si parla di ‘Zona produttiva). Il progetto sarebbe dovuto sorgere su un terreno in località Piscina Gagliarda. Un’area strategica situata tra l’aeroporto internazionale di Fiumicino e Parco Leonardo, con vista Dragona e Ostia Antica, le due frazioni del X Municipio di Roma. La sentenza chiude una vicenda lunga oltre un decennio e che ribadisce un principio chiaro: non si può edificare in aree esposte ad alto rischio idraulico.
Fiumicino, ‘No’ anche del Tribunale al Piano edile su area a rischio allagamento
Il progetto riguardava la realizzazione di un nuovo polo industriale-artigianale di vaste dimensioni, in una zona strategica, accanto a due svincoli autostradali. Ma l’area, classificata nelle fasce B e C di rischio idraulico dal Piano di Assetto Idrogeologico, è vulnerabile ad allagamenti fino a “70 centimetri di tirante d’acqua in caso di esondazioni del reticolo minore del Tevere”. Così ha scritto nel suo parere l’Autorità di Bacino, così ha confermato il Comune di Fiumicino. Il Tribunale ha sposato questa linea.

Un maxi progetto in una zona strategica che non piace a Autorità di Bacino, Comune e… Tribunale
L’intervento, approvato in prima battuta nel 2008 e articolato in più sub-comprensori, prevedeva la creazione di un vero e proprio distretto produttivo con strade, urbanizzazioni e collegamenti diretti alla rete viaria principale. La posizione era stata considerata ideale: alle porte della Capitale, a ridosso dei flussi logistici di aeroporto e autostrade.
Le società promotrici contavano su una prospettiva di sviluppo capace di attrarre investimenti e generare occupazione. Tuttavia, il punto debole del piano è sempre stato evidente: il terreno scelto ricade in un’area a forte criticità idrogeologica, dove le normative vigenti vietano nuove edificazioni proprio per evitare rischi alla sicurezza di persone e beni.
Il nodo del rischio idraulico che pende sul Comune di Fiumicino
Le verifiche tecniche dell’Autorità di Bacino hanno confermato l’incompatibilità del progetto. Le mappe idrogeologiche evidenziano un’alta probabilità di allagamenti, con valori idrici significativi in caso di piena. Per questo, già nel 2018, l’ente aveva espresso un parere negativo vincolante, bloccando di fatto l’iter di convenzionamento urbanistico.
Il Comune di Fiumicino, preso atto della pericolosità idraulica, ha respinto l’istanza di stipula della convenzione urbanistica, ribadendo l’impossibilità di procedere su aree sottoposte a vincoli di sicurezza idrogeologica.
I ricorsi delle società controil Comune di Fiumicino
Le due società proponenti hanno tentato di ribaltare il diniego con una doppia azione giudiziaria. Nei ricorsi, hanno sostenuto che il piano fosse stato approvato prima dell’entrata in vigore del nuovo Piano di Assetto Idrogeologico e che, quindi, avrebbe dovuto beneficiare di una disciplina transitoria.
Hanno inoltre lamentato vizi procedurali e carenze di motivazione da parte dell’amministrazione, chiedendo anche il risarcimento per il danno da ritardo. Ma il Tar ha respinto tutte le contestazioni: nessuna convenzione urbanistica era stata sottoscritta entro i termini previsti, e quindi il piano non poteva godere di alcuna tutela.
La linea del Tribunale
Nella sentenza, i giudici hanno ribadito che i pareri dell’Autorità di Bacino sono obbligatori e vincolanti e che il Comune ha agito in piena correttezza applicando le norme del Piano di Assetto Idrogeologico.
Il Tar ha ritenuto legittima anche la procedura seguita, compresa la notifica degli atti ai legali delle società. Nessun vizio tale da invalidare i provvedimenti, nessuna disparità di trattamento rispetto ad altri proprietari di terreni limitrofi, nessuna possibilità di ricorrere a soluzioni negoziali alternative.
Una scelta di sicurezza pubblica
La decisione finale del Tar non si limita a un pronunciamento tecnico, ma sancisce un principio di interesse generale: la tutela del territorio e della sicurezza idraulica prevale sugli interessi edificatori.
L’area interessata resta dunque vincolata, priva di possibilità di trasformazione urbanistica, e i terreni continueranno a ricadere nelle fasce di rischio. Le ambizioni di un nuovo polo produttivo alle porte di Roma si scontrano con la realtà di un territorio fragile, che non può essere esposto a pericoli di esondazione.
Conclusione
Il verdetto chiude un lungo contenzioso e mette fine a un progetto che, pur presentandosi come volano di sviluppo, era nato su fondamenta instabili. La lezione è chiara: le opere edilizie devono rispettare i limiti imposti dalla natura e le scelte urbanistiche non possono ignorare il rischio idrogeologico.
Fiumicino, città già segnata da delicate questioni ambientali e urbanistiche, vede così confermato un “No” che ha il sapore di tutela preventiva. Un messaggio forte: lo sviluppo economico non può prescindere dalla sicurezza del territorio e dei cittadini. In ogni caso, le due società hanno facoltà di presentare ricorso di secondo grado contro tale sentenza di primo grado del Tar del Lazio.
