Fiumicino, stop alla villa pentafamiliare: Comune poco trasparente condannato a pagare mille € per l’accesso agli atti
La storia è più comune di quanto sembri: una cittadina (che qui indichiamo come M. M.) chiede documenti al Comune di Fiumicino. Carte che dovrebbero spiegare cosa sta succedendo davvero su un intervento edilizio discusso che prima aveva ricevuto il via libera e poi è stato improvvisamente bloccato. La risposta, però, non arriva nei tempi giusti. O arriva “a metà”. Risultato: per farsi consegnare quei documenti, la cittadina è costretta a rivolgersi al TAR.
Dietro le carte, c’è la politica di Fiumicino
Qui non parliamo di un capriccio burocratico. Il contesto è quello di una trasformazione urbanistica delicata: un permesso di costruire che riguarda la demolizione di una villa e la ricostruzione di un complesso residenziale con 5 unità abitative. In altre parole: un pezzo di città che cambia, con effetti su traffico, parcheggi, vivibilità, valore delle case, servizi. Ed è proprio quando il territorio cambia che la trasparenza non è un lusso: è democrazia quotidiana.
“Le carte sono arrivate”… ma solo quando il Tribunale era già in mezzo
Alla udienza dell’11 novembre 2025, accade la svolta: i documenti vengono finalmente consegnati. Il TAR prende atto che, a quel punto, la battaglia “non serve più” e dichiara chiusa la questione (in gergo: cessazione della materia del contendere). Ma attenzione: il punto politico resta lì, intatto. Se le carte arrivano solo dopo che un cittadino porta l’ente davanti a un giudice, il messaggio che passa è pessimo: senza pressione, non si ottiene nulla.
Il TAR manda un segnale: chi fa perdere tempo paga
Ed ecco la parte che pesa davvero. Con sentenza pubblicata il 24 novembre 2025 (n. 20966/2025), il TAR condanna Comune di Fiumicino e la società controinteressata (P. S.r.l.) a pagare 1.000 euro di spese legali alla ricorrente. Non è un “premio”, e nemmeno un jackpot: è il riconoscimento che il ricorso è diventato necessario perché la trasparenza è arrivata tardi, senza motivi solidi.
Non è solo una storia di avvocati: è una storia di potere
La morale è chiara e comprensibile anche senza codici: quando un’amministrazione gestisce informazioni su progetti che cambiano i quartieri, decide anche quanto potere lascia ai cittadini. Se le carte circolano, le persone possono capire, discutere, contestare, proporre alternative. Se le carte non circolano, la partita si gioca “in chiuso”, lontano dalle domande scomode. E spesso la politica locale si misura proprio così: non dai comunicati, ma da come risponde alle richieste dei cittadini.
Pubblica utilità: cosa fare se vuoi “vederci chiaro” su un progetto
Se ti interessa un intervento edilizio vicino casa, non serve essere esperti: puoi chiedere i documenti con una richiesta formale (PEC o protocollo), conservare ricevute e risposte, e sollecitare se non arriva nulla. Se la situazione si blocca, si può arrivare al giudice amministrativo: non è la via più semplice, ma questa sentenza dimostra una cosa concreta—il muro di gomma può costare a chi lo alza.
Una domanda finale per la città: trasparenza come regola o come eccezione?
Il TAR, in sostanza, ricorda alla politica locale un principio basilare: la trasparenza non è gentilezza, è un dovere. E a Fiumicino il punto ora è tutto qui: i cittadini devono inseguire le carte in Tribunale, o il Comune vuole tornare a essere una “casa di vetro”?