Fleming, i residenti temono danni strutturali ed effetti devastanti per il progetto dell’Anello ferroviario di Roma

Un’infrastruttura nata per migliorare la mobilità urbana si sta trasformando in un incubo per uno dei quartieri più residenziali e tranquilli della Capitale. A Roma Nord, nel cuore del quartiere Fleming, cresce l’allarme tra i residenti per i rischi legati al progetto dell’Anello ferroviario: una grande opera pensata per completare la rete ferroviaria metropolitana, ma che – secondo chi ci vive – potrebbe avere effetti devastanti sulla qualità della vita, sull’ambiente urbano e persino sulla stabilità degli edifici.
Al centro del dibattito c’è il progetto esecutivo del raddoppio della tratta ferroviaria Valle Aurelia–Vigna Clara (lotto 1A) e la cosiddetta “Gronda” (lotto 1B), due interventi infrastrutturali approvati e già pianificati da Rete Ferroviaria Italiana (RFI). Tuttavia, il clima si è fatto incandescente dopo l’audizione dello scorso 18 giugno in Commissione Controllo, Garanzia e Trasparenza di Roma Capitale, presieduta da Federico Rocca, in cui Fabio Rosati, vicepresidente di Ecoitaliasolidale, ha rappresentato le istanze di oltre 1.700 cittadini del quartiere.

Vibrazioni, rumore, polveri
I cittadini contestano duramente la realizzazione di una sottostazione elettrica (SSE) in via Monterosi e il passaggio sopraelevato della linea ferroviaria in un’area densamente abitata, ritenendo che l’attuale progetto presenti numerosi rischi ambientali, urbanistici e sanitari. Le preoccupazioni principali riguardano vibrazioni continue causate dal transito dei treni, potenzialmente dannose per le fondamenta degli edifici ma anche rumore costante, con oltre 280 treni diurni e 34 notturni, a una frequenza stimata di un convoglio ogni 3-5 minuti. A tutto questo si aggiungerebbe, secondo i residenti, polveri ferrose e inquinamento atmosferico, con impatti negativi sulla salute pubblica.
“Siamo trattati come ostacoli, non come cittadini”
Durante l’audizione, i rappresentanti di RFI si sono limitati a ribadire la validità dell’opera, ritenendo concluse le fasi di confronto pubblico già avviate nel 2022. Una posizione che ha generato sconcerto e irritazione tra i residenti, collegati in streaming, e tra alcuni consiglieri comunali. “È inaccettabile che le famiglie più colpite vengano trattate come ostacoli a un progetto, quando invece chiedono legittimamente spiegazioni e modifiche ragionevoli per tutelare la propria salute e sicurezza”, ha dichiarato Rosati, portavoce del disagio collettivo.
Ad aumentare l’amarezza della comunità, l’intervento tardivo del presidente del XV Municipio, Daniele Torquati, giunto a commissione quasi terminata, e accusato di aver sposato integralmente la posizione di RFI, senza un’analisi critica delle ricadute concrete sul territorio. “Ci aspettavamo un paladino del territorio – ha commentato un portavoce del comitato cittadino – ma abbiamo trovato un sostenitore del progetto così com’è”.
Progetto sotto accusa: errori, refusi e zero ascolto
Una delle denunce più gravi emerse durante l’incontro riguarda la scarsa accuratezza progettuale: secondo i cittadini, sarebbero stati rilevati refusi riferiti a ferrovie di altre città, un dettaglio che solleva dubbi inquietanti sulla cura e l’attenzione dedicate alla realtà urbana specifica di Roma Nord. Il sospetto, sempre più diffuso, è che il progetto sia stato “calato dall’alto”, senza un’effettiva condivisione con il territorio né una seria valutazione delle conseguenze a medio e lungo termine.
“Fermiamo il progetto prima che sia troppo tardi”
Nonostante l’apparente muro di gomma istituzionale, i residenti del Fleming non intendono arrendersi. Chiedono una revisione urgente del progetto, tenendo conto dei rilievi ambientali, urbanistici e tecnici, e invocano un cambio di rotta nel metodo di lavoro di RFI e del Comune, per arrivare a un confronto autentico e costruttivo. “Siamo fiduciosi che qualcuno, anche all’interno della pubblica amministrazione, si prenda la responsabilità di rivedere questo progetto prima che sia troppo tardi”, è il messaggio finale dei rappresentanti del comitato Fleming.



