Flop dei vaccinatori di Arcuri. Uno su cinque ha già mollato

Si sta rivelando un flop la flotta dei nuovi vaccinatori. Messa in campo da Arcuri lo scorso dicembre, quando ancora era saldamente alla guida della struttura commissariale. Una task force aggiuntiva di 3 mila medici e 12 mila infermieri, che doveva servire ad accelerare le somministrazioni del siero. Anche se il problema più grave ad oggi sembra essere un altro. E cioè la cronica assenza delle dosi disponibili. In ogni caso, fin da subito si era capito che a rispondere alla chiamata erano stati molti in meno del previsto. Così si era pensato di ricorrere a giovani specializzandi, e a medici pensionati richiamati in servizio. Peccato però che queste categorie fossero già state ‘precettate’ fin dall’inizio della pandemia. E che la coperta corta fosse stata già tirata al limite dei numeri possibili.

Così di personale sanitario aggiuntivo alle Asl ne è arrivato molto meno di quanto promesso. E accanto a medici e infermieri volenterosi e premurosi, purtroppo si sono presentati agli hub vaccinali anche diversi ‘sfaticati’. Che in parte si sono già licenziati, più o meno spontaneamente. O che sono stati cacciati, come nel caso clamoroso di un dottore. Che e’rimasto a pranzo con i suoi nuovi pazienti, a casa loro. Appena dopo averli vaccinati.

I medici di Roma: “Non mancano i vaccinatori, ma i vaccini. Perché?”

Tra i nuovi vaccinatori anche il dottore che si è fermato a pranzo con i pazienti dopo l’iniezione

Anche nelle Asl della Capitale i nuovi vaccinatori si sono rilevati un mezzo flop. E una buona percentuale di loro ha già mollato. Chi li ha visti all’opera, tra i carrelli forniti di boccette e siringhe, racconta di turni saltati e di medici introvabili durante l’orario di lavoro. Altri ancora invece, tra una puntura e l’altra, si sono accomodati a tavola a casa dei vaccinandi. Alla faccia del distanziamento e delle regole anti-Covid. Risultato: le aziende sanitarie hanno dovuto in gran parte fare da sole. Lanciando bandi per reclutare personale in proprio, arrivando a offrire fino a 60 euro l’ora ai libero professionisti disponibili a passare mezza giornata negli hub.

Ecco i numeri del fallimento

Alla Asl Roma 4, sono rimasti a lavorare 5 vaccinatori extra. Degli altri 2 (il 28%) si sono perse le tracce. Uno si è dimesso, un altro è stato messo alla porta. Dopo essere stato trovato a mangiare a casa dei pazienti da immunizzare a domicilio. All’Asl Roma 2, su 30 vaccinatori extra, 4 (il 13%) se ne sono andati. Tre hanno rinunciato, uno è stato proprio licenziato. Non che la cosa abbia lasciato in preda allo sconforto i superiori, dato che anche quando era incardinato nei turni l’interessato non si presentava. Oppure beneficiava di abbondanti pause dalla durata indefinita. All’Asl Roma 3, su 13 vaccinatori, hanno lasciato in 2 (il 15,4%).

«Purtroppo accanto a qualche giovane collega davvero volenteroso – spiega Benevelli, il direttore della Prevenzione – altri erano decisamente meno motivati, dei ripieghi». Ora però i rinforzi servono. «Il commissario Figliuolo ci ha promesso un nuovo intervento – aggiunge Enrico Di Rosa, direttore del Servizio di igiene e sanità pubblica all’Asl Roma 1 -. I vaccinatori infatti sono indispensabili per aprire i nuovi centri».

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