Floricoltura, milioni di piante al macero. E la Regione stanzia pochi spiccioli (video)
Uno dei settori più colpiti dal blocco delle produzioni, è senza dubbio quello della floricoltura. Lo ha detto Antonello Aurigemma, consigliere regionale di Fratelli d’italia. “Ci sono milioni di piantine e fiori che le aziende della regione hanno prodotto per la vendita nel mese di aprile. Ma non potranno mai essere vendute e saranno destinate al macero. E’ un settore – ha spiegato Aurigemma – che porta la nostra regione a essere leader a livello nazionale. Un settore che produce oltre 100 milioni di euro di fatturato solo nel Lazio. Pertanto è evidente che questo settore vada supportato e aiutato, in questo momento drammatico. Non bastano i palliativi, ma serve un intervento strutturale e rapido. Le aziende hanno bisogno di un accesso al credito facilitato. Dobbiamo tutelare questa vera eccellenza regionale e soprattutto tutelare migliaia di addetti che ci lavorano.
Floricoltura, messi in campo pochi spiccioli dalla Regione Lazio
Due giorni fa alla Pisana si è parlato di questo e dei dieci milioni di euro messi in campo per i diversi settori. I settori su cui intervenire nell’immediato sono quello del latte e quello del florovivaismo. Si adotteranno procedure semplificate al massimo, per andare a pagamenti immediati, già subito dopo Pasqua, a cura della direzione regionale. Da questo punto di vista sono state attivate tutte le procedure di smart working possibili. Anche vino, pesca, agriturismo sono però settori bisognosi di intervento, ha detto l’assessore all’Agricoltura della Regione Lazio Onorati, che ha riferito anche di un progetto Arsial per il food delivery. Si lavora a una proroga di 15 giorni sui tagli forestali e su un progetto per i parchi che prevede tour virtuali degli stessi, ha concluso infine l’assessore.
Aurigemma chiede alla Regione di ascoltare le aziende
Tra i consiglieri, Antonio Aurigemma di Fratelli d’Italia è stato il primo a prendere la parola, segnalando la drammatica mancanza di manodopera nel settore agricolo e rimarcando che dieci milioni di euro non sono molti, specie in considerazione del fatto che il settore florovivaistico comprende anche aziende di grandi dimensioni. Meglio sarebbe, a suo avviso, ascoltare le loro esigenze, così come quelle degli operatori zootecnici. Per Giancarlo Righini, di Fratelli d’Italia, “semplificazione burocratica e celerità nel liberare le risorse” sono le esigenze primarie; il consigliere ha suggerito il ricorso ai voucher per la manodopera, al fondo perduto per il florovivaismo e ha segnalato le problematiche dei danni da fauna selvatica e dei piccoli coltivatori impossibilitati a raggiungere i loro orti.