Focolaio anche in Vaticano: nella caserma delle Guardie Svizzere

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Insomma, c’è un cluster (parola derivata dalla chimica, raggruppamento) anche in Vaticano. Sarà contabilizzato in carico all’Italia o in carico all’estero, dagli statistici che ogni giorno ci subissano di dati? Chissà. Comunque si è verificato dove le persone fanno assembramenti, secondo quanto ci hanno raccontato. E dove in Vaticano le persone fanno assembramenti? Ma in una caserma, ovviamente. E l’unica caserma presente nello Stato estero dentro Roma è quella delle famose Guardie Svizzere. Dove ieri sono stati segnalati altri sette casi di positivi al coronavirus. Il che porta il totale dei contagiati a undici. Lo dice un comunicato dello stesso ocmando delle Guardie Svizzere.

Vaticano, undici contagiati

I soldati sono già stati posti in isolamento. E sono state “adottate le misure più utili, anche in termini della pianificazione dei servizi delle guardie, ad escludere ogni rischio di contagio nei luoghi dove la Guardia Svizzera Pontificia presta servizio”. E inoltre si dice che “continuiamo a fare di tutto il possibile per non mettere in pericolo nessuno. Sono in corso accertamenti. Le guardie sono state in diversi posti a svolgere il proprio servizio ma non posso dare informazioni ulteriori. Ci atteniamo ai protocolli”. Nei giorni scorsi il quotidiano romano Il messaggero aveva scritto che forse una delle Guardie era stato di turno davanti alla stessa stanza del papa. Vero? Falso? Non si sa.

Positivo anche un monsignore

Anche un monsignore, a quanto pare, è stato trovato positivo al coronavirus. Anche in Vaticano ovviamente vigono le stesse regole che in Italia: mascherine, distanziamenti e tutto il resto, compreso il vaccino antinfluenzale, che Oltretevere è obbligatorio. Persino il papa la usa nei suoi spostamenti e nei suoi numerosi incontri con prelati e pellegrini. Dai quali però si è tenuto lontano, scusandosi per questo e invitando tutti a rispettare le regole per far passare presto questa pandemia. Il Covid si sta dimostrando quindi, come vediamo ogni giorno, una malattia che colpisce indistintamente tutti, senza fare distinzioni di alcun genere.