Foibe, ora tutti si inchinano agli italiani assassinati dai comunisti

foibe fdi (2)

Contenuti dell'articolo

 

Foibe, adesso tutti si affrettano a certificarne l’esistenza. Tutti, dai grillini ai post comunisti agli antifascisti, tutti a riconoscere la verità storica, taciuta per decenni perché era un crimine comunista e quindi non si doveva sapere. Le persone più insospettabili oggi si inchinano alla storia. Quegli stessi che vogliono farci invadere dai fuorilegge illegali che vengono a delinquere in Italia, ieri non fecero nulla per i loro compatrioti, a cominciare dal Pci. Per decenni solo la destra denunciò solitaria e derisa i crimini dei comunisti contro gli italiani, e non sol al confine orientale, ma in tutto il nord della penisola.

Meloni e Rampelli tra i primi a ricordare le foibe

“Il 10 febbraio è il giorno del Ricordo. Oggi volgiamo il pensiero alle vittime delle foibe e dell’esodo istriano, fiumano, dalmata. Migliaia di persone uccise e perseguitate dai comunisti di Tito con una sola colpa: essere italiani. Noi, italiani del 2021, ricordiamo il loro sacrificio finalmente venuto alla luce dopo anni di terribile oblio ideologico. Ora siete finalmente pagine di storia e il vostro nome non potrà più essere dimenticato”. Lo ha detto il presidente di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni. Anche Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera e deputato di Fdi, ricorda con commozione il genocidio. “Mai più. Diecimila italiani uccisi per mano del regime comunista di Tito, 350mila istriani, giuliani e dalmati espulsi dalle loro terre alla fine della seconda guerra mondiale ed espropriati di ogni bene. Mai più”.

Falsificarono i testi scolastici per nascondere i crimini comunisti

“Oblio, cancellazione della memoria storica comune per codardia o ideologia, come accaduto in 60 anni per responsabilità delle forze politiche cattocomuniste”, prosegue Rampelli. “Falsità e omissioni sui libri di testo scolastici in perfetto stile anti italiano fino a uccidere le vittime delle foibe una seconda volta. Dal 2004, grazie a una duratura e pervicace battaglia della destra, è stata istituita la Giornata del Ricordo. Questa giornata non può che essere dedicata alle vittime di quell’odio e alle generazioni che tenacemente hanno combattuto per raccontare, anche a costo di essere emarginate”. Oggi nella Capitale l’iniziativa del Coordinamento romano di Fdi con la Passeggiata del Ricordo che attraversa il quartiere Giuliano Dalmata fino alla deposizione di una corona di fiori nella piazza principale.

Gasparri: nascosero le atrocità

Il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri fu tra quelli che sin dagli anni Settanta denunciarono il crimine e quelli che lo nascosero per motivi politici. “Nel Giorno del Ricordo dedichiamo i nostri pensieri alle migliaia di italiani uccisi dai comunisti slavi nelle Foibe, con stermini e persecuzioni che proseguirono anche dopo la fine della guerra. Rendiamo onore ai profughi costretti all’esilio subendo l’esproprio dei loro beni, che ancora perdura peraltro. E chiediamo una memoria condivisa. Invece ancora si fa fatica ad intitolare una strada a Norma Cossetto a Reggio Emilia, per ricordare una giovane studentessa stuprata e infoibata dai comunisti. Ci sono ancora spazi per il negazionismo o per la polemica, quando tutti insieme ci si dovrebbe inchinare davanti alle vittime di uno degli orrori del Novecento”.

Menia: restituita la memoria al nostro popolo

“Il Giorno del Ricordo è stata una vittoria di fronte all’Italia, perché ha restituito un pezzo di memoria a tutto il nostro popolo. Mentre fino a quel momento era stato semplicemente un ricordo doloroso e affettuoso delle nostre famiglie e delle associazioni degli esuli. La memoria non può essere condivisa, troppe sono state le lacerazioni, ma il rispetto è dovuto e l’accettazione di ogni memoria è segno di civiltà”. Così Roberto Menia, responsabile del Dipartimento italiani nel mondo Fdi e promotore della Legge del Ricordo.

Salvini: revocare le onorificenza al boia Tito

“Purtroppo nessuna iniziativa può cancellare la sofferenza di un’intera comunità, sebbene un passaggio doveroso resti ancora da fare per rimuovere almeno la vergogna di anni e anni di rimozione e silenzi. Penso alla proposta di legge di cui sono primo firmatario affinché sia revocata l’onorificenza di Cavaliere di Gran Croce conferita nel 1969 dal Presidente Saragat al Maresciallo Tito, responsabile politico di quei massacri. Sarebbe un atto simbolico, certo, ma significativo”. Lo scrive il segretario della Lega, Matteo Salvini, in un intervento su Il Piccolo, in occasione della Giornata del ricordo, dedicata alla memoria delle Foibe.