Follia a Termini. Pendolari in coda per misurarsi la febbre

Non bastava il coronavirus e lo stress  che tutti siamo chiamati a sopportare in questo periodo. A maggior ragione se dobbiamo continuare a lavorare, perché siamo impegnati in un servizio essenziale. Di quelli che non chiudono, per esempio i supermercati. Per assicurare sempre i rifornimenti alimentari. O magari se facciamo parte di quel personale sanitario che a parole tutti ringraziano. Gli eroi di questa guerra, si dice. Ma poi quando si tratta di agevolare il lavoro, allora tutto si blocca. Tra controlli e burocrazia. Certo, ci sono le regole. Ed è giusto rispettarle per la sicurezza di tutti. Ma quello che sta succedendo alla Stazione Termini di Roma è fuori da ogni logica. Lo denunciano i pendolari della tratta Roma Cassino, che da tempo si sono organizzati con un gruppo di proposta e di protesta su Facebook. Ma la situazione riguarda tantissimi lavoratori e lavoratrici che si muovono dalla provincia in treno. Per raggiungere Roma ogni mattina. E che hanno trovato il bel regalo della sindaca Raggi. Obbligo per tutti di misurarsi la febbre all’arrivo. Bene, ma peccato che gli addetti al servizio siano pochi. Così si sta tutti in coda. Con il rischio di infettarsi e di fare tardi al lavoro.

 

Termini, la Raggi dispone il controllo della febbre. E i pendolari aspettano in coda

La sindaca di Roma Virginia Raggi ha ringraziato le Ferrovie per aver accolto la proposta di installare dei termo scanner alla stazione Termini. In grado di misurare sul posto la temperatura corporea dei viaggiatori, inclusi i pendolari che ogni giorno si recano sul posto di lavoro. L’iniziativa è stata fortemente voluta dalla Protezione covile di Roma capitale, Ordine dei medici e Croce Rossa. Dalle cinque di mattina del 9 aprile nei due principali scali romani saranno presenti due task force sanitarie per la gestione del triage, hanno fatto sapere i promotori in una nota. Una iniziativa fondamentale per prevenire la diffusione del contagio da Covid 19, specie in vista della fase due. Quella di una possibile parziale riapertura di alcune attività. Tutto giusto per carità, misurare la febbre va bene. Ma forse non sono state calcolate bene le persone che ogni giorno vengono dalla provincia a Roma per lavorare. E alla stazione Termini si è creata una fila mostruosa, documentata sui social dagli stessi pendolari. Che ovviamente commentano inferociti. Siamo tutti in fila per misurarci ogni mattina la temperatura. Che non significa niente da sola rispetto al virus. E il Covid rischiamo di prendercelo proprio qui. E ancora, ma non bisognava evitare gli assembramenti? Solo questi sono autorizzati? Non manca nemmeno chi è rassegnato. Ho capito, per arrivare in tempo al lavoro ora devo prendere il treno prima. Insomma un pasticcio, perché le cose vanno fatte bene. Agevolando chi lavora e non creando ostacoli. Se no la sicurezza va a farsi benedire.

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