Follia ATAC, passeggeri distanti ma autisti a mani nude

Ci avviciniamo alla riapertura del 4 maggio, almeno per quelle attività che di fatto andranno ad inaugurare la cosiddetta fase 2. Anche se il quadro tra i tanti decreti del governo Conte non è molto chiaro, è evidente che molte persone ricominceranno ad uscire di casa. Per andare al lavoro, sperando di averne ancora uno. O semplicemente per quelle piccole incombenze di vita quotidiana  che in questi due mesi di quarantena non è stato possibile espletare. E tutto questo comporterà uno stress notevole per il trasporto pubblico locale. Perchè nelle ultime settimane autobus e metropolitane hanno viaggiato quasi vuoti. Quindi nessuno o quasi si è accorto degli orari ridotti, come il fine corsa della sera limitato alle ore 21. E anche il distanziamento sociale in vettura non è stato particolarmente difficile, con tre o quattro passeggeri a bordo. Ma a pieno carico che cosa succederà? ATAC ha già fatto sapere tramite la responsabile del trasporto di superficie Sabrina Bianco che comunque le distanze su bus e metro andranno rispettate. E che negli autobus entreranno al massimo 20 persone, 16 sedute e 4 in piedi. Bene in teoria, ma molto difficile in pratica. Con la conseguente protesta degli autisti che temono il caos. E che ancora stanno combattendo per avere protezioni all’altezza della situazione.

ATAC, viaggeremo distanti due metri. Forse intendono sul tetto

ATAC la FAISA Sicel denuncia, kit di protezione autisti arrivati in ritardo e insufficienti

L’ATAC si starebbe apprestando a disporre il distanziamento sociale sugli autobus e sulla metropolitana di Roma. Comportamenti virtuosi che dovranno essere tenuti dagli utenti anche alle fermate dei bus, sulle banchine della metro e sui treni della Roma Lido. Saranno indispensabili i controlli, ma dall’azienda capitolina della mobilità fanno sapere che le fermate a Roma sono circa 8500. E che dunque si andranno a monitorare solo le principali. Mentre ancora non è chiaro come si contingenteranno i cittadini sugli autobus. E giustamente gli autisti hanno già fatto sapere che non è compito loro. Anche perché senza un controllore autorizzato a fare le multe vallo a far scendere il ventunesimo passeggero indisciplinato. Si rischia il caos quindi, e tutto questo comporterà maggiori rischi per gli stessi lavoratori. Perchè non tutti i mezzi hanno le cabine chiuse. E in alcuni il distanziamento è stato garantito con una semplice catenella. O una striscia di scotch. Ma anche per il motivo che i dispositivi di protezione individuali sono arrivati solo il 9 di aprile. Quando il decreto Cura Italia che li prevedeva obbligatori nel trasporto pubblico è del 23 marzo. E il kit si compone di una sola mascherina FFP2 e di un paio di guanti monouso. Così ora è partita la denuncia del sindacato che chiede urgenti chiarimenti.

Vergogna ATAC. Il kit è solo una mascherina e un paio di guanti

Se mettete la mascherina e ne chiedete un’altra dovete dirci il perché. E il sindacato scrive al Ministero, ASL e Prefettura

Sarebbero arrivati in ritardo i kit di protezione individuale per gli autisti e gli operatori di esercizio dell’ATAC. Appena il 9 aprile, dopo quasi un mese dallo scoppio dell’emergenza Covid 19. Ma soprattutto si sarebbe trattato di una dotazione insufficiente. Una sola mascherina e un paio di guantini monouso. E la nota tecnica con cui l’azienda spiegava ai lavoratori come utilizzare al meglio i dispositivi ha lasciato tutti di stucco. La mascherina va utilizzata solo in emergenza se è impossibile il distanziamento sociale. In caso di richiesta di reintegro della dotazione gli operatori dovranno fornire una relazione. Dicendo quando e perchè hanno usato il dispositivo. Al sindacato è sembrato veramente troppo, ed è partita una denuncia indirizzata a chi di dovere. Ministero del lavoro, ASL, Prefettura, Sindaco di Roma e ovviamente all’azienda. Per l’immobilismo dell’ATAC e la scarsità del materiale fornito. Ma anche per il presunto mancato rispetto del DPCM del 4 marzo. Che prevede l’obbligo di interventi straordinari di sanificazione dei mezzi. E sempre secondo la FAISA Sicel e il suo segretario Claudio Di Francesco le pulizie effettuate la sera alle rimesse sarebbero poco più che artigianali. E assolutamente insufficienti. Vedremo se l’azienda risponderà prima della riapertura del 4 maggio, o se interverrà qualcuno a metterla in mora. Perchè il rischio caos nel trasporto pubblico della capitale è veramente dietro l’angolo.

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