Francesca Fagnani ricomincia con un’intervista speciale a La Russa

Francesca Fagnani

Il presidente del Senato Ignazio La Russa sarà ospite della prima puntata della nuova edizione della fortunata trasmissione Belve, condotta da Francesca Fagnani, che per la prima volta sbarca in prima serata su Rai2. Appuntamento martedì 21 febbraio. 

Lo rivela in anteprima Davide Maggio dal suo sito ‘La Tv dietro le quinte’. Nella stessa puntata in cui sarà ospite La Russa già certa è la partecipazione anche della cantante Anna Oxa, reduce da un Sanremo. Ancora da definire la terza intervista della puntata, una novità rispetto alle canoniche due di quando il programma andava in onda in seconda serata. La Russa non è il primo esponente politico ad andare ospite a Belve, prima di lui hanno risposto alle domande di Francesca Fagnani anche l’attuale premier Giorgia Meloni, l’ex sindaco di Roma Virginia Raggi, Laura Ravetto, l’attuale ministro del Turismo Daniela Santanchè, l’ex premier Matteo Renzi e Alessandro Di Battista.

Fagnani: il monologo a Sanremo ha conquistato tutti

La Fagnani è stata una delle poche presenze del Festival di Sanremo apprezzata all’unanimità. Oggi anche Famiglia Cristiana le dedica un particolare apprezzamento per il suo intervento.

L’intervento sui ragazzi del carcere di Nisida

“Non tutte le parole sono uguali e non tutte arrivano a noi con facilità. Ci sono parole che per arrivare sul palco di Sanremo devono abbattere cancelli e muri, come queste che arrivano dal carcere minorile di Nisida, da ragazzi che non cercano la nostra pena, perché non saprebbero che farsene”. Così cominciava il monologo sanremese della Fagnani, che ha raccontato le storie di giovani che hanno sbagliato ma che vogliono riscattarsi. “Furti, rapine, ma ‘non siamo criminali per sempre’. Alla domanda perché lo hai fatto però, non trovano la risposta. Hanno 15 anni e gli occhi pieni di rabbia, di vuoto, hanno 18 anni e lo sguardo è perso oppure sfidante. La scuola l’hanno abbandonata ma nessuno li ha mai cercati, neanche gli assistenti sociali, che sono troppo pochi per certe periferie. Quando ho intervistato alcuni adulti colpevoli di crimini terribili, e ho chiesto cosa avrebbero cambiato della loro vita, tutti mi hanno risposto ‘sarei andato a scuola’. Lo Stato dovrebbe essere più attraente dell’illegalità. E dovrebbe arrivare in certi contesti non solo con la fondamentale azione repressiva delle forze dell’ordine, ma prima dovrebbe combattere la dispersione scolastica. È una questione di democrazia, di uguaglianza, su cui si fonda la nostra Repubblica”. Fagnani ha sottolineato, parlando dei giovani detenuti: “Il tuo futuro non è irreversibile. Se quando esci da qui rispetti la legge, superi i pregiudizi. Ma se non ce la fai e torni in carcere, quello vero, quello degli adulti, allora sì, è davvero finita. Perché in Italia, tranne qualche eccezione, il carcere serve solo a punire il colpevole, non a rieducare e tantomeno a reinserire nella società. Un autorevole magistrato, che coordina inchieste importanti (Nicola Gratteri, ndr), quest’estate in un’occasione pubblica ha detto ‘sono contrario a uno schiaffo in carcere o in caserma, il detenuto non deve essere toccato nemmeno con un dito’. Sapete perché? Non deve passare per vittima. Ma non è così, non va picchiato perché lo Stato non può applicare le leggi della sopraffazione e della violenza che usano le persone che lei arresta. Se non faremo in modo che chi esce dal carcere sia cambiato, avremo perso tutti”.