Francesco Cecchin, martire oltraggiato. “Gualtieri intervenga”

Quando a Roma si parla di antifascismo, basta affacciarsi in piazza Vescovio, pregare per Francesco Cecchin e scusarsi per i vuoi di memoria.
Perché si parla di un ragazzo splendido, un militante del Msi pieno di entusiasmo, massacrato e ridotto in coma e poi morto per il suo essere di destra. Fu antifascismo militante, tanto per ricordare. Eravamo nel 1979.

Quell’assassinio brutale di Francesco Cecchin
Al processo la sentenza – pur senza condannare alcuno – stabilì che si era trattato di omicidio volontario. Rimase scritto che le indagini furono condotte malissimo perché non si cercò chi lo uccise tra i suoi avversari politici.
A Francesco Cecchin, l’amministrazione di Gianni Alemanno dedico’ un giardino pubblico proprio a piazza Vescovio. Un gesto in memoria di un sacrificio legato alla violenza politica. Ma pare che non basti mai. Perché si arriva addirittura ad oltraggiare quella memoria danneggiando la stele.
La denuncia della Angelilli: “Il sindaco Gualtieri intervenga”
Siamo rimasti a bocca aperta nel leggere questo post su Facebook di Roberta Angelilli, che proprio in quella zona iniziò la sua gagliarda militanza politica nel Msi: “ECCO L’ANTIFASCISMO! Il vile atto vandalico di una scritta rossa ANTIFA fatta vigliaccamente a piazza Vescovio per sfregiare un monumento pubblico e insultare la memoria di un ragazzo di destra, Francesco Cecchin ucciso a 17anni, nel 1979, proprio in nome dell’antifascismo militante. Il Sindaco Gualtieri faccia rimuovere immediatamente questa ignobile scritta”.
Ora non sappiamo se Gualtieri farà il suo dovere, ma certo è che appare davvero triste che nella Capitale rifacciano capolino personaggi che continuano a seminare odio, persino su un monumento in memoria di un ragazzo assassinato.
La sera dell’aggressione che poi lo portò alla morte, Francesco Cecchin fu riconosciuto come “fascista” da un gruppo di persone che lo inseguì’. Lo presero nelle vicinanze di un muro condominiale: prima lo picchiarono e poi le gettarono proprio da quel muretto alto tre metri. L’agonia duro’ diciannove lunghissimi giorni.
Anziché rispettare la vittima di una morte atroce, c’è chi ancora fa prevalere sentimenti orrendi contro un militante di destra che credeva nelle sue idee. Ecco perché ha fatto bene Roberta Angelilli a rivolgersi al sindaco: Gualtieri viene dalle fila comuniste, proprio lui ha il dovere di far rispettare chi cadde in quegli anni.