Francesco Lo Voi nella tempesta: non solo Almastri, dai voli di Stato al caso Caputi, tutti i fronti della “guerra politica”

Una bufera giudiziaria e politica senza precedenti scuote la magistratura italiana. Francesco Lo Voi, procuratore capo di Roma, si trova al centro di un durissimo scontro istituzionale che coinvolge il governo e il Consiglio Superiore della Magistratura (CSM). L’affondo dell’esecutivo, iniziato con l’avviso di garanzia alla premier Giorgia Meloni e a tre ministri nel caso Almasri, si è allargato rapidamente ad altri fronti, mettendo nel mirino le sue scelte e il suo operato.
A innescare la tensione non è solo l’inchiesta sull’ex generale libico, ma anche il fascicolo Caputi, un’indagine sulla rivelazione di segreti di Stato che coinvolge alcuni giornalisti del quotidiano Domani. Il deposito di un documento classificato dell’Aisi, reso accessibile alle parti, ha fatto scattare un’offensiva contro Lo Voi, esponendolo al rischio di un’iniziativa disciplinare da parte del ministro della Giustizia Carlo Nordio e alla possibilità di una richiesta di trasferimento per incompatibilità ambientale.

L’affondo sui voli di Stato: un attacco mirato?
Oltre alle inchieste giudiziarie, Lo Voi è finito sotto tiro anche per la questione voli di Stato. Nel febbraio 2023, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano ha sospeso l’autorizzazione all’uso dei voli governativi per il procuratore di Roma, decisione che ha scatenato una battaglia legale. Lo Voi ha impugnato il provvedimento davanti al Presidente della Repubblica e al Consiglio di Stato, sostenendo che i magistrati esposti a rischi per la sicurezza dovrebbero poter usufruire di tali mezzi, come accaduto per i suoi predecessori Giancarlo Caselli e Giuseppe Pignatone.
Secondo documenti diffusi dal Tg1, Lo Voi avrebbe motivato la richiesta con l’esigenza di evitare rischi di riconoscibilità negli aeroporti e garantire maggiore sicurezza nei trasferimenti. Ma il governo ha ritenuto che queste motivazioni non fossero sufficienti, alimentando il sospetto che dietro la revoca ci fosse un’azione politica mirata. Fratelli d’Italia ha subito cavalcato la questione, accusando Lo Voi di aver utilizzato l’inchiesta Almasri come una sorta di vendetta contro l’esecutivo.
Una crisi istituzionale che spacca il CSM
Lo scontro ha diviso anche il CSM, dove i consiglieri di area centrodestra hanno chiesto di avviare una procedura per valutare il trasferimento di Lo Voi. Tra i firmatari della richiesta figurano Isabella Bertolini, Claudia Eccher, Daniela Bianchini, Enrico Aimi e Felice Giuffrè, che spingono affinché il Consiglio affronti il caso in tempi brevi.
Nel frattempo, le tensioni con il governo non accennano a placarsi. Dopo l’inchiesta Almasri, l’esecutivo aveva già manifestato il proprio malcontento per il deposito del documento riservato nel fascicolo Caputi, una vicenda che ha sollevato interrogativi sulla gestione delle informazioni sensibili. Per il governo, questa sarebbe la prova di una magistratura politicizzata, mentre per Lo Voi si tratta di un attacco personale volto a delegittimare il suo operato.
Lo Voi resiste, ma la partita è ancora aperta
In questo scenario incandescente, Francesco Lo Voi non arretra. Pur manifestando rammarico per il clima di scontro, continua a difendere la legittimità del suo operato. I fascicoli che hanno coinvolto esponenti del governo, sottolinea, non sono mai stati aperti d’ufficio, ma sempre a seguito di esposti formali.
Resta da vedere quali saranno le prossime mosse del ministro Nordio e del CSM. Se l’iniziativa disciplinare dovesse concretizzarsi, la vicenda potrebbe segnare un punto di svolta nei rapporti tra magistratura e politica, con conseguenze imprevedibili per l’equilibrio dei poteri in Italia.