Francesco Rocca, un signore che dà una lezione alla politica
Di certo, sappiamo che Francesco Rocca non è uno sciacallo di quelli che campano sugli infortuni altrui, ma un signore. A differenza di Alessio D’Amato, non insegue il nemico per fargli male.
Francesco Rocca è uno di quei candidati che si possono definire proprio come un “signore”, per come si è comportato con Sara Battisti, esponente del Pd che corre per il suo partito alle regionali di domenica e lunedì prossimi.
Francesco Rocca è stato un signore
Alla Battisti è sfuggito il pedale dell’acceleratore e ha rischiato di schiantarsi di brutto, attribuendo cose orribili a Rocca. Che avrebbe semplicemente potuto farsi i fatti suoi e querelare la candidata del Nazareno. E davvero si sarebbe fatto una montagna di quattrini per il dolo evidente.
Eppure, non è stato così. Non voleva credere ai suoi occhi e alle sue orecchie, Rocca, quando ha visto e ascoltato il video pubblicato inizialmente dal Foglio. Il primo istinto è stato proprio quello di chiamare l’avvocato e affidargli la pratica. E invece no, ha voluto attendere un cenno da una candidata che è rimasta “vittima di una campagna d’odio” contro di lui da quando si è candidato per il centrodestra alla guida della regione Lazio.
Le scuse pubbliche della Battisti
E quel segnale è arrivato, con tanto di scuse pubbliche da parte della Battisti. Lui, Rocca, ha detto sta bene così. Ha compreso il grossolano infortunio e non ha voluto infierire, accettando le scuse a mezzo stampa.
È una lezione di stile quella che l’alfiere del centrodestra ha impartito non alla Battisti – che alla fine è rimasta coinvolto in un vortice elettorale davvero violento nei toni – ma a tutta la politica. Abbassare i toni si fa anche così, sapendo che c’è sempre un girone di ritorno in tutti i campionati.
D’Amato, dal canto suo, ha perso un’altra occasione per distinguersi. Ma è incapace di rispetto verso l’avversario. Oggi come ieri. Per dire che la Battisti ha sbagliato ha dovuto aspettare che si scusasse. Che pena.