E ora che ci faranno con le arti marziali i fratelli Bianchi?

Arti marziali

Con le arti marziali avete stroncato un ragazzino. E da oggi la vostra prospettiva è il carcere a vita, perché – almeno in primo grado – i giudici vi hanno inflitto l’ergastolo.

I fratelli Marco e Gabriele Bianchi, conosciuti da tutta Italia come i violenti assassini di Willy Monteiro, pagheranno così le loro colpe. Con loro altri due partecipanti al violento pestaggio, che staranno venti anni in galera.

Quelle maledette arti marziali

Resta la soddisfazione perché viene fatta rapidamente giustizia. Ma anche l’amaro in bocca per una gioventù violenta che distrugge la vita altrui e si rovina la propria. Sono figli di una società che sembra aver smarrito ogni valore, il rispetto, la sacralità della vita, l’etica dei comportamenti.

E c’è davvero da chiedersi perché si possa precipitare in una spirale del genere. Ad Artena, il loro paese, i fratelli Bianchi erano conosciuti. Spaventavano con le loro arti marziali, mani e braccia come armi letali. Ma non era questa la finalità della disciplina, praticata da molti in Italia senza bisogno di andare ad ammazzare la gente.

Per una volta giustizia rapida

Che cosa dovevano dimostrare al giovane Willy? Che bisognava farsi i fatti propri se loro due prendevano di mira un altro ragazzo che proprio Willy non voleva far massacrare di botte con un coraggio davvero enorme?

Hanno saputo colpirlo al punto di ammazzarlo, i fratelli Bianchi, ed è incredibile di quanta violenza siano stati capaci.

Fine pena mai, recita il dispositivo della sentenza pronunciata a Frosinone. E per due giovani delinquenti sarà ancora più terribile, perché la loro vita pensavano di viverla così, a colpi di prepotenza perché erano “forti”.

Ma la giustizia è stata per una volta più forte, rapida, efficiente. Certo, siamo abituati al ribaltamento delle sentenze in questo paese, tra appello e Cassazione. Ma questa volta pare davvero impossibile immaginare un affievolimento delle gravissime responsabilità degli assassini.

Alla famiglia di Willy vada la solidarietà della comunità nazionale. Quel ragazzo ammazzato in quella maniera e’ drammaticamente diventato figlio di ciascuno di noi. E lo piangiamo a maggior ragione anche oggi.