Fratelli d’Italia primo partito? Scoppia il “caso-Fidanza”. La Russa: “Vicenda surreale…”

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Scoppia un nuovo caso Fidanza in casa Fratelli d’Italia. L’europarlamentare che si era autosospeso dopo la cosiddetta inchiesta “Lobby nera” oggi è risultato indagato (insieme a Giovanni Acri, ex consigliere comunale di Brescia) dalla procura di Milano per corruzione per atti contrari ai doveri di ufficio. Per ora il partito, a cominciare da Giorgia Meloni, non commentano. Dalle parti di via della Scrofa, però, apprende l’Adnkronos, emergerebbe amarezza e sconcerto per quello che viene definita una forzatura giuridica da parte dei pm milanesi. A parlare è il diretto interessato, Fidanza che in una nota si dice ”sorpreso dell’indagine”, che ”pare riprendere i contenuti di un esposto anonimo depositato alla Procura di Brescia nell’ottobre 2021, pochi giorni dopo la trasmissione di un’inchiesta giornalistica di Fanpage”.

Fidanza: non ho commesso alcun illecito, sono sereno

L’eurodeputato Fdi-Ecr assicura la sua estraneità ai fatti che gli sono imputati. ”Evidentemente, facendo politica, non si può essere simpatici a tutti e probabilmente qualcuno ha tentato di colpirmi in un momento di difficoltà, nascondendosi dietro l’anonimato. Tengo solo a dire – assicura Fidanza – che sono più che sereno, non ho commesso alcun atto illecito”.

La Russa: una vicenda che ha del surreale

”Innanzitutto voglio esprimere piena solidarietà nei confronti di Carlo Fidanza. Già colpito da un’accusa, che aspetta di trovare riscontro da parte della magistratura e confido che finirà con la sua assoluzione. Viene ora indagato per una vicenda che ha del surreale…”. Così Ignazio La Russa commenta il caso dell’europarlamentare di Fdi-Ecr che si era autosospeso dopo l’inchiesta Lobby nera è oggi è risultato indagato dalla procura di Milano per corruzione per atti contrari ai doveri di ufficio. ”Leggendo dalle agenzie sottolinea il vicepresidente del Senato e tra i fondatori di Fdi, si apprende che la sua colpa sarebbe quella di avere assunto il figlio di un amico, che ha deciso di dimettersi da consigliere comunale.

Non vi è notizia di pressioni di alcun genere da parte di Fidanza

Non si parla e non vi è notizia di pressioni di alcun genere di Fidanza. Né notizie che fanno andare verso una decisione di dimettersi in qualche modo forzata. Se questo fosse un reato – avverte La Russa – dovrebbero stare molto in campana e attenti i dirigenti. Per esempio, del Pd, che vincono spesso concorsi pubblici – penso meritatamente – anche se qualche anonimo interessato potrebbe sospettare che siano condizionati. Se questo fosse reato – spiega – bisognerebbe controllare in tutti i Comuni d’italia le ragioni di ogni eventuale dimissione da consigliere comunale. E quindi le successive sorti dello stesso e dei suoi familiari. Si parla di un esposto anonimo, questo – mette in guardia La Russa – basterebbe a qualificare la vicenda”.