Fratelli d’Italia: “Sul vaccino cosiddetto italiano la Regione Lazio ha fallito”

“La realizzazione del cosiddetto vaccino italiano è ancora lontana. Nulla è stato pubblicato dalle riviste scientifiche. Trapelano forti incertezze sul proseguimento della sperimentazione e Zingaretti non se la può cavare dicendo: chiedete a Reithera, noi abbiamo solo finanziato. Oltre a immettere 5 milioni di euro nella ricerca la Regione Lazio, in quanto autorità amministrativa con funzioni di controllo, deve dirci come sono state impiegate le risorse pubbliche erogate. E quali risultati sono stati raggiunti rispetto all’obiettivo prefissato”.
Interrogazione di FdI in consiglio regionale sul vaccino italiano
Così in un comunicato Fabrizio Ghera capogruppo di Fratelli d’Italia alla Regione Lazio e Massimiliano Maselli consigliere regionale del Lazio di Fdi. “A fronte di circa 90 milioni di investimento tra Stato e Regione ci ritroviamo senza quel vaccino che, a quanto si apprende, non è stato sviluppato. In quanto sarebbe un doppione dell’Astra-Zeneca già massicciamente presente nei nostri magazzini. Ora sul perché c’è stata una sperimentazione più aggiornata, chiediamo chiarimenti con una interrogazione al Consiglio regionale.

Oggi i risultati non ci sono, perché?
Il quale dovrà spiegare inoltre, in base a quale criterio si è scelta la procedura ad affidamento diretto a Reithera (anche considerando che non è italiana, ma al 70% svizzera), invece di optare per una manifestazione di interesse consultando altre aziende per verificare se erano in grado di produrre quei risultati che oggi non ci sono”, concludono i due esponenti di FdI.
Garattini: si rischia di non avere la possibilità di produrre il vaccino
Anche per Silvio Garattini, presidente dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri Irccs, lo stop della Corte dei Conti al decreto che attivava il finanziamento per ReiThera, l’azienda che sta sviluppando un vaccino anti-Covid made in Italy, “è molto grave perché così si rischia di fermare la possibilità di avere un nostro vaccino e di produrlo”.
Non si può fermare la ricerca per la burocrazia
“Non so quali siano state le motivazioni, ma è un problema di burocrazia. E quando si ferma la ricerca per un problema burocrazia non va mai bene”, osserva lo scienziato. Anche se l’azienda ha ribadito la volontà di andare avanti con la sperimentazione, “certo così non sarà facilitata. Spiace perché su questo fronte dobbiamo far presto – esorta Garattini -. E queste cose rallentano, non c’è dubbio”.