Frecce Tricolori su Roma per la Fiamma Olimpica: l’ora esatta, dove guardare (e le strade che chiudono)
Roma alza gli occhi al cielo: venerdì 5 dicembre 2025, tra le 11 e mezzogiorno, è atteso un sorvolo speciale delle Frecce Tricolori sopra l’area del Quirinale, con le classiche scie verde-bianco-rosse pronte a “firmare” l’inizio simbolico di un evento che, da qui a febbraio, attraverserà mezza Italia: il viaggio della Fiamma Olimpica verso Milano-Cortina 2026.
Non è solo una cartolina da centro storico. La cerimonia in Piazza del Quirinale segna l’avvio ufficiale della staffetta italiana della torcia: la Fiamma, infatti, arriva a Roma la sera del 4 dicembre con un passaggio istituzionale e da sabato 6 dicembre comincia davvero il suo lungo percorso nel Paese.
La Fiamma: da Olimpia a Roma (con un dettaglio “inaspettato”)
Il fuoco è stato acceso il 26 novembre 2025 a Olimpia, ma non nel classico scenario perfetto da cartolina: tra meteo e organizzazione, la macchina dell’evento ha dovuto adattarsi, segno dei tempi in cui anche i rituali più “intoccabili” devono fare i conti con la realtà.
Da Roma la staffetta coinvolgerà oltre 60 città di tappa e più di 300 comuni, per circa 12 mila chilometri: una specie di giro d’Italia dei simboli, pensato per portare l’Olimpiade anche dove gli sport invernali sembrano lontani. E per trasformare un evento sportivo in un racconto nazionale: comunità, piazze, scuole, associazioni, volontari. Un’Italia che si mette in fila, letteralmente, lungo il bordo strada.
Occhio a traffico, deviazioni e zona rossa “mobile”
Chi vuole godersi lo spettacolo dal vivo farà bene a muoversi in anticipo: sono previste chiusure progressive e limitazioni nell’area del Quirinale e nelle strade limitrofe. Tradotto: parcheggiare sarà complicato, e anche per chi si sposta con i mezzi o in scooter l’effetto “imbuto” è dietro l’angolo.
Sul fondo c’è una città che in questi mesi sta ritarando la mobilità del centro: tra cantieri e nuove configurazioni, l’asse Piazza Venezia–Fori–Quirinale è già un laboratorio a cielo aperto. In giornate come questa basta poco per far saltare tutto: una deviazione in più, un attraversamento pedonale intasato, un autobus bloccato.
Perché questa giornata parla anche del “mare di Roma”
C’è un motivo se Roma ha bisogno di immagini così, leggere e immediate: mentre il centro si veste di tricolore e cerimoniale, sul litorale romano la normalità è più complicata. Da una parte l’erosione continua a mordere alcune spiagge, imponendo interventi, ripascimenti, progetti che sembrano sempre urgenti e sempre insufficienti.
Dall’altra, la partita delle concessioni balneari e dei bandi sul demanio resta un nervo scoperto: una questione che mette insieme lavoro, legalità, accesso pubblico al mare e regole nuove ancora tutte da digerire. Ogni stagione porta la stessa domanda: chi decide cosa diventa Ostia (e il resto del litorale) nei prossimi anni?
Insomma: un passaggio in cielo dura pochi minuti, ma il messaggio è più grande. Per un giorno Roma prova a respirare un racconto diverso: meno polemiche, più orizzonte. E sì, stavolta vale davvero la pena guardare in su.