Fregene, addio al ristorante, al suo iconico affaccio sul mare e allo stabilimento balneare: triplo stop di Tribunali e Comune

Fiumicino, è la fine di un’era per uno dei luoghi simbolo del litorale di Fregene. Il Tribunale Amministrativo del Lazio ha messo la parola fine alla lunga battaglia legale tra il Comune di Fiumicino e la titolare della concessione pubblica su cui operava lo storico stabilimento balneare con ristorante e affaccio iconico sul mare, una dei più noti della costa. Dopo anni di ricorsi, sospensive, e appelli, la concessione demaniale è definitivamente decaduta. La sentenza, di oggi 13 ottobre, ha dichiarato improcedibile il ricorso – l’ennesimo – della società concessionaria e condannato la stessa al pagamento di 2.500 euro di spese legali in favore del Comune di Fiumicino. La struttura, che per anni ha rappresentato un punto di riferimento per residenti e turisti, non potrà più riaprire.
Triplo stop a ristorante (con iconica rotonda) più stabilimento: Tribunale, Consiglio di Stato e Comune
La decisione arriva dopo una lunga serie di pronunciamenti giudiziari. Già nel 2018 il TAR Lazio aveva confermato la decadenza della concessione marittima n. 451/03, provvedimento poi impugnato senza successo. Il Consiglio di Stato, con sentenza n. 9478 del 2022, ha respinto definitivamente l’appello, chiudendo ogni spiraglio di riapertura.
Nel frattempo, il Comune di Fiumicino aveva dichiarato irricevibile la comunicazione con cui la titolare tentava di riavviare l’attività dopo la pandemia, sostenendo che non vi fossero più i presupposti giuridici per operare. Le aree demaniali, nel frattempo, erano già tornate nella piena disponibilità dello Stato.
Una triplice mazzata – amministrativa, giudiziaria e gestionale – che segna la fine definitiva dello storico stabilimento.

L’ombra dei canoni non pagati e del sequestro
Alla base della controversia, anche questioni economiche rimaste irrisolte. Il Comune aveva contestato morosità nei canoni concessori, respingendo ogni richiesta di sanatoria. A ciò si è aggiunto un verbale di violazione per abusiva somministrazione e il successivo sequestro dei locali da parte delle autorità.
Una sequenza di eventi che ha reso impossibile qualsiasi tentativo di ripartenza. La società, tuttavia, aveva continuato a rivendicare il diritto a riprendere le attività, sostenendo che la sospensione dovuta all’emergenza Covid-19 dovesse giustificare una proroga. Ma i giudici amministrativi sono stati netti: senza concessione valida non esiste alcun diritto di esercizio.
Il Comune: “Ripristinata la legalità sul demanio”
Dal Palazzo comunale serpeggia la soddisfazione, ma a microfoni spenti. Nei corridoi del Comune di Fiumicino si parla di una sentenza che conferma la linea di tutela del demanio pubblico e della legalità. Negli ultimi anni il Comune ha intensificato i controlli sugli stabilimenti del litorale, con l’obiettivo dichiarato di contrastare abusi edilizi, morosità e occupazioni non autorizzate.
Le spiagge devono tornare ai cittadini – avrebbe commentato un funzionario comunale –. Nessuno è al di sopra delle regole, neppure chi ha fatto la storia di Fregene.
Addio a un’icona sul mare
Il provvedimento segna anche la fine di un simbolo. Il celebre affaccio sul mare, che per decenni ha accolto cene, eventi e matrimoni, resterà chiuso e, con ogni probabilità, verrà demolita o riconvertita secondo i piani di riqualificazione del litorale. Per molti residenti si tratta di un colpo al cuore, ma anche di una svolta necessaria per riportare ordine su un tratto di costa spesso al centro di polemiche e contenziosi.
Una vicenda emblematica del caos balneare italiano
Il caso di Fregene diventa così un precedente simbolico: un mix di decadenze, ricorsi, proroghe e battaglie legali che da anni paralizzano il settore balneare italiano.
Tra normative europee, concessioni scadute e contenziosi infiniti, il TAR ha ribadito un principio chiaro: chi non ha titolo giuridico non può occupare il demanio pubblico.
Un verdetto che potrebbe avere effetti anche su altri stabilimenti “storici” della costa romana, molti dei quali si trovano oggi in situazioni simili.
Mentre cala il sipario su un pezzo di storia balneare, resta aperto il dibattito su chi e come potrà ridisegnare il futuro delle spiagge di Fiumicino.