Fregene, SOS sicurezza stradale: residenti lanciano l’allarme dopo incidente del 2 giugno

Il pomeriggio festivo del 2 giugno un violento incidente stradale ha sconvolto la quiete di viale Viareggio. Un impatto violentissimo tra più veicoli, all’altezza di un incrocio già noto per la sua pericolosità, ha finito per coinvolgere anche una donna che camminava sul marciapiede spingendo un passeggino. Gravemente ferita, è stata trasportata d’urgenza in elisoccorso. Miracolosamente salvo il bambino, grazie al gesto istintivo e disperato della madre che è riuscita a spingere la carrozzina fuori dalla traiettoria delle auto impazzite. Un episodio che ha riacceso con forza il dibattito, già serrato da tempo, sulla sicurezza stradale a Fregene, ponendo sotto i riflettori le gravi criticità del territorio e l’inerzia delle istituzioni.
La denuncia di Autonomia da Fiumicino
“È da anni che denunciamo il problema della pericolosità delle strade a Fregene”, ha dichiarato Piero Strocchi, Presidente dell’Associazione Autonomia da Fiumicino, intervenendo pubblicamente all’indomani del drammatico incidente. “Quello che è accaduto il 2 giugno non è solo una tragedia, ma il sintomo evidente di un territorio lasciato in condizioni di incuria e abbandono strutturale“.

L’associazione – fondata nel luglio 2021 – è da tempo in prima linea nel denunciare le lacune infrastrutturali che mettono a rischio ogni giorno la vita di residenti e visitatori. Tra i punti critici sollevati ci sono: assenza di limiti di velocità efficaci, in particolare il limite dei 30 km/h nei tratti residenziali, mai adeguatamente imposto o controllato; segnaletica orizzontale e verticale carente o assente, con situazioni paradossali in cui i cartelli risultano sbagliati o confondenti; mancanza di dossi, semafori intelligenti, autovelox o sistemi tutor di monitoraggio; numero insufficiente di rotonde in incroci pericolosi, come quello di Viale Viareggio; assenza di una cultura della prudenza alla guida, aggravata da un presidio di Forze dell’Ordine inadeguato, specie nei weekend e nei giorni festivi quando la popolazione della località balneare cresce esponenzialmente.
Esposto in Procura: “Ora servono atti concreti”
Non è la prima volta che l’associazione cerca di scuotere l’attenzione delle autorità: nel 2022, un esposto era stato depositato presso la Procura della Repubblica di Civitavecchia. “Nulla è accaduto da allora”, denuncia Strocchi, “e ora sarà necessario rinnovare e attualizzare quell’esposto, corredandolo anche di una denuncia delle conseguenze derivanti da una gestione inefficiente e negligente del territorio”. L’associazione, forte del sostegno di avvocati, professori universitari ed esperti del settore, si appella non solo al Comune di Fiumicino, ma anche agli organi superiori di governo, chiedendo un intervento immediato e strutturale.
Tra le richieste concrete: Convocazione urgente di un Consiglio Comunale Straordinario dedicato al tema della sicurezza stradale; Istituzione di un tavolo permanente di confronto tra amministrazione, associazioni e cittadini; Pianificazione di interventi tecnici mirati, dalla nuova segnaletica a impianti di dissuasione alla velocità, fino all’aumento del controllo del territorio.
Quando la negligenza diventa responsabilità penale
“Se non si agirà ora”, ammonisce il Presidente Strocchi, “alla prossima tragedia non basteranno più le parole. Scattano inevitabilmente le indagini penali, e i primi ad essere chiamati in causa saranno proprio gli amministratori locali”. L’appello dell’associazione è anche un richiamo al senso civico di tutti i cittadini: “Ognuno di noi – conclude – è chiamato a fare la propria parte, uscendo da quel guscio di indifferenza che ha finora permesso che tutto questo accadesse nel silenzio generale”.
“La sicurezza stradale è una priorità, non un’opzione”
L’incidente del 2 giugno rappresenta uno spartiacque per la comunità di Fregene. Non è più tempo di dichiarazioni d’intenti o promesse rimandate: la sicurezza stradale deve diventare una priorità assoluta. Le strade non sono solo vie di passaggio, ma spazi vitali condivisi, dove il diritto alla mobilità deve incontrare,e garantire, il diritto alla vita.