Frode fiscale a Nettuno, la gestiva un pregiudicato: sequestro da 11 milioni

aprilia

Aveva creato un sistema molto redditizio frodando il Fisco e l’I.N.P.S. l’organizzazione di Nettuno scoperta dai Finanzieri del Comando Provinciale di Roma, che hanno sequestrato – nel corso dell’operazione “Ghost credit” – beni mobili e immobili, nonche’ disponibilita’ finanziarie, per circa 11 milioni di euro.

Le indagini sono partite dal monitoraggio di una societa’ del posto – formalmente operante nel commercio all’ingrosso di prodotti petroliferi ma di fatto inattiva – che vantava consistenti crediti verso il Fisco, con riguardo all’IVA e al sostenimento di spese nel settore dell’innovazione tecnologica.

La frode con società attive nei prodotti petroliferi

Gli accertamenti si sono poi allargati, portando all’individuazione del vertice del sodalizio, un pregiudicato romano, nonche’ di una seconda societa’ utilizzata per il perfezionamento della frode, che era anch’essa dedita alla creazione artificiosa dei crediti di imposta, poi ceduti, dietro un corrispettivo del 5-10% del loro valore, a imprese pesantemente indebitate con il Fisco e con l’I.N.P.S..

Le dichiarazioni fiscali delle due societa’ cedenti erano munite del visto di conformita’ apposto da un consulente abilitato e le spese (fittiziamente) sostenute per le attivita’ di ricerca e sviluppo erano asseverate da una (falsa) relazione tecnica redatta da un professionista. I proventi della truffa venivano fatti confluire su conti correnti intestati a una terza societa’ gia’ esistente, cui era stata attribuita la medesima denominazione sociale di una delle due coinvolte nella frode proprio per ostacolare l’individuazione della provenienza dei fondi.
Grazie all’intervento dei militari, e’ stato scongiurato l’utilizzo dei crediti fittizi esposti in dichiarazione dalla seconda societa’, evitando un ulteriore danno all’Erario quantificato in oltre 13 milioni di euro.

Da Nettuno in dodici città italiane

Gli elementi raccolti hanno permesso alla Procura della Repubblica veliterna di ottenere dal Giudice delle Indagini Preliminari del locale Tribunale l’emissione di un decreto di sequestro preventivo finalizzato alla confisca, sia nella forma diretta che “per equivalente”, dei beni nella disponibilita’ degli indagati, che e’ stato eseguito nelle province di Roma, Bergamo, Caltanissetta, Caserta, Como, Frosinone, Latina, Lucca, Milano, Palermo, Ragusa, Treviso e Varese.
Quindici persone dovranno rispondere di dichiarazione fraudolenta, omessa presentazione della dichiarazione, emissione di fatture per operazioni inesistenti, indebita compensazione di crediti d’imposta, riciclaggio e auto-riciclaggio.