Fumata bianca al Vaticano, atteso l’“Habemus Papam” dopo le 19: il nuovo Pontefice eletto nel mese mariano

habemus papam

Contenuti dell'articolo

Fumata bianca al Vaticano. Dal comignolo della Cappella Sistina si è levata alle 18:06 la colonna di fumo che annuncia al mondo l’elezione del nuovo Papa. Il segnale tanto atteso è arrivato nel tardo pomeriggio, e ora cresce l’attesa per l’“Habemus Papam”, che secondo le indicazioni potrebbe essere proclamato dalla Loggia delle Benedizioni dopo le ore 19.

Con questa elezione, avvenuta nel cuore del mese di maggio – tradizionalmente consacrato alla Madonna – salgono a tre nella storia della Chiesa i Papi eletti in questo periodo liturgico. Un evento raro che intreccia spiritualità e memoria storica, richiamando due elezioni significative: quella di Clemente VI nel 1342 e quella di Paolo V nel 1605.

Elezione papale nel mese della Madonna

Il mese mariano, dedicato alla devozione verso Maria, ha raramente coinciso con un conclave. Con il nuovo Papa eletto oggi, si conferma un’eccezione significativa: solo tre Pontefici, in oltre duemila anni di storia, sono stati scelti in maggio. E ognuno di loro ha lasciato un’impronta indelebile nel tempo.

Clemente VI, il Papa della Peste Nera e del mecenatismo

Nel 1342, nel pieno della cattività avignonese, il conclave si aprì il 5 maggio presso la residenza pontificia in Provenza. Dopo soli due giorni di votazioni, venne eletto il cardinale Pierre Roger, che assunse il nome di Clemente VI. Uomo di vasta cultura, si rivelò un Papa di grande visione politica e culturale.

Durante il suo pontificato (1342–1352) affrontò la drammatica emergenza della Peste Nera. La sua risposta fu segnata da gesti concreti di carità, come la difesa delle comunità ebraiche, accusate ingiustamente di essere responsabili dell’epidemia. Fu anche un raffinato mecenate e, strategicamente, acquistò la città di Avignone, trasformandola in territorio pontificio. La sua elezione in maggio avvenne in un momento di crisi, ma anche di grande trasformazione per la Chiesa.

Paolo V, il Papa che completò San Pietro

Dopo la brevissima parentesi di Leone XI (morto dopo appena 27 giorni di pontificato), il secondo conclave del 1605 si aprì l’8 maggio. Solo dopo ventisette scrutini venne scelto il cardinale Camillo Borghese, che salì al soglio pontificio con il nome di Paolo V.

Il suo pontificato (1605–1621) fu caratterizzato da un forte rafforzamento del potere papale e da una fase di splendore artistico nella Roma barocca. Paolo V completò la maestosa facciata della Basilica di San Pietro, simbolo universale della cristianità. La sua elezione nel mese mariano segnò l’inizio di una stagione di grande rinnovamento architettonico e spirituale, in pieno clima controriformista.

Un nuovo Papa sotto lo sguardo di Maria

La fumata bianca di oggi non solo interrompe la sede vacante, ma introduce simbolicamente il nuovo Pontefice sotto la protezione della Vergine, in un mese così carico di significato per il popolo cattolico. L’“Habemus Papam”, atteso in serata, darà un volto e un nome al nuovo successore di Pietro, chiudendo ufficialmente il conclave e aprendo un nuovo capitolo nella storia della Chiesa.

La proclamazione, affidata al cardinale protodiacono Dominique Mamberti, avverrà dalla Loggia delle Benedizioni, davanti a migliaia di fedeli radunati in Piazza San Pietro e a milioni di telespettatori collegati in diretta da ogni angolo del mondo.

Un’elezione che parla al presente, ispirandosi al passato

Da Clemente VI a Paolo V, fino al nuovo Papa eletto oggi, le rare elezioni papali di maggio si sono sempre intrecciate con momenti di rinnovamento, prova o rilancio per la Chiesa. Il fatto che questo nuovo pontificato inizi in un tempo così denso di spiritualità e di riferimenti mariani è un messaggio potente per i fedeli: la guida della Chiesa nasce anche dal cuore della preghiera.