Garantisti per tutti ma non per Verdini: i sindacati adesso minimizzano il Covid

sindacati verdini

I sindacati che fanno politica: ci siamo abituati. Sì, sì, il ministro Bonafede ci racconta che la popolazione carceraria è diminuita, e che il focolaio a Rebibbia è sotto controllo. Intanto sono 92 i detenuti positivi al Coronavirus nel Nuovo Complesso di Rebibbia a Roma e 5 i ricoverati in ospedale. Contagiati anche 23 agenti della Polizia penitenziaria. I dati del report carceri del Dap aggiornato a ieri, rivelano che l’istituto penitenziario romano è quello col più alto numero di positivi al Coronavirus di tutta Italia (la casa circondariale di Palermo Lorusso segue con un distacco di 55 detenuti contagiati).

I sindacati della Polizia penitenziaria ora frenano

Eppure non sono preoccupanti, secondo alcuni sindacati della Polizia Penitenziaria, al punto da giustificare delle misure alternative alla detenzione. Il riferimento è, va da sè, alla scarcerazione di Denis Verdini, l’ex senatore di Forza Italia al quale il giudice del Tribunale di sorveglianza di Roma ha concesso gli arresti domiciliari proprio a causa dell’emergenza sanitaria scoppiata a Rebibbia. Peccato però che quello di Verdini non è un caso collegabile del tutto al coronavirus, ma piuttosto all’età e alle patologie… Però gli stessi sindacati hanno chiesto il vaccino urgente per detenuti e secondini…

La scarcerazione di Verdini non va giù ai sindacati

“La situazione è importante, certo, comunque sotto controllo – spiega all’Adnkronos Giovanni Battista De Blasis, segretario generale aggiunto Sappe -. Il focolaio deriva dal primo cluster di contagi venuti da fuori, nato da un trasferimento di detenuti da Sulmona, poco meno di un mese fa. Il problema è per lo più la mancanza di personale per risolvere il quale è stato fatto un provvedimento urgente che ha predisposto per le prossime ore l’invio di 20 agenti nel nuovo complesso”. Dello stesso avviso il segretario generale dell’Uspp, Pino Moretti: “La situazione non è così esplosiva e il fatto che si continuino a scarcerare le persone ci lascia un po’ perplessi. Sono decisioni della magistratura e se ci sono delle certificazioni non si può fare eccezione.

“Non è preoccupante, ma vaccinateci…”

Segnali molto allarmanti non ne sono arrivati, sicuramente c’è una preoccupazione legata a un focolaio. Ma se non riducono le presenze dei familiari per i colloqui, se non intervengono per limitare ulteriormente gli accessi dall’esterno, si generano assembramenti e situazioni difficili da gestire”. Quindi questo è il rimedio dei sindacati? Limitare i diritti dei detenuti. “Ma non solo, ho scritto al commissario Arcuri, chiedendo che venga data priorità alla vaccinazione per il personale penitenziario ma mi è stato risposto che non si poteva far nulla per modificare il piano già predisposto. Tra detenuti, personale tecnico-amministrativo e agenti in servizio si parla di 100mila dosi, non certo uno sproposito. Oltretutto abbiamo le infermerie, siamo attrezzati e in una settimana si vaccinerebbe l’intera popolazione carceraria risolvendo del tutto il problema”.

Verdini sta per compiere 70 anni

Ma se la situazione non è preoccupante, perché chiedere la vaccinazione per tutti e non aspettare il proprio turno? Forse a certi sindacati dà fastidio il fatto che Denis Verdini torna a casa. Il giudice del Tribunale di sorveglianza di Roma avrebbe concesso gli arresti domiciliari all’ex senatore di Fi a seguito dell’emergenza sanitaria scoppiata al carcere di Rebibbia per il focolaio di Coronavirus che ha portato in questi giorni a 90 contagiati tra i detenuti, di cui alcuni ricoverati all’ospedale. Ma Verdini è prossimo al compimento dei 70 anni, ed era entrato dell’istituto penitenziario romano lo scorso 3 novembre a seguito della sentenza di condanna definitiva nell’ambito del processo sull’ex Credito cooperativo fiorentino.

I sindacati pensino ai lavoratori e non alla politica di parte

La decisione, dunque, di concedere i domiciliari a Verdini è stata presa per motivi di salute e a causa della grave situazione (allora è grave) in cui versa il carcere di Rebibbia dopo il forte incremento dei casi di Covid-19 registrato nelle ultime settimane. Sempre a quanto apprende l’Adnkronos, il provvedimento è assolutamente temporaneo. Il rientro in cella sarebbe previsto per i primi di marzo. Denis Verdini andrà ai domiciliari nella sua casa di Firenze. Il Tribunale di Sorveglianza di Roma ha disposto con un provvedimento di urgenza la detenzione domiciliare provvisoria per l’ex senatore alla luce delle sue condizioni di salute, ritenute non compatibili con l’emergenza sanitaria nel carcere di Rebibbia per la diffusione del Coronavirus.