Genzano, minaccia con la pistola parenti e ufficiale giudiziario per l’eredità di famiglia: arrestato 59enne

Genzano di Roma, 30 giugno. Una disputa familiare per motivi ereditari si è trasformata in una scena da film drammatico, con una pistola carica che sarebbe stata puntata contro un ufficiale giudiziario e alcuni parenti. Protagonista, un uomo di 59 anni, residente nella cittadina dei Castelli Romani, già coinvolto in un contenzioso con i familiari per l’assegnazione di alcuni beni ereditari.
L’epilogo della vicenda è stato l’arresto dell’uomo da parte della Polizia di Stato del locale commissariato e il suo trasferimento presso il carcere di Velletri. Una storia amara, che riporta al centro dell’attenzione la fragilità di certi equilibri familiari, quando al centro ci sono case, terreni e rancori mai sopiti.

Genzano, minacce e tensione durante la verifica giudiziaria
La situazione è esplosa nella mattinata del 30 giugno, quando un ufficiale giudiziario, incaricato dalla Procura di Velletri di svolgere alcune verifiche presso l’abitazione dell’uomo, si è recato sul posto per compiere un sopralluogo legato al contenzioso successorio in corso.
Ad attenderlo, invece, ha trovato un clima di tensione estrema. Il 59enne, esasperato dal lungo conflitto familiare, avrebbe reagito in modo violento, minacciando non solo l’ufficiale ma anche alcuni parenti, impugnando una pistola semiautomatica calibro 7,65.
Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, l’uomo avrebbe estratto l’arma e mostrato l’intenzione di usarla, nel tentativo — apparentemente disperato — di bloccare ogni iniziativa giudiziaria ai suoi danni. Un gesto pericoloso, che ha richiesto l’intervento immediato delle forze dell’ordine.
Il ritrovamento dell’arma e l’arresto a Genzano
Allertati dallo stesso ufficiale giudiziario, i poliziotti del Commissariato di Genzano si sono recati tempestivamente sul posto, avviando le perquisizioni previste. Durante un controllo nel box dell’abitazione, gli agenti hanno rinvenuto la pistola segnalata, pronta all’uso: colpo in canna e cinque proiettili di riserva. Un’arma potenzialmente letale, detenuta illegalmente.
Il 59enne è stato immediatamente arrestato e condotto presso il carcere di Velletri, in attesa delle decisioni della magistratura. Le accuse nei suoi confronti sono pesanti: minaccia aggravata, detenzione abusiva di arma da fuoco e interruzione di pubblico servizio.
Una vicenda di provincia, ma dai toni cinematografici
Lo scenario dell’episodio — una tranquilla palazzina ai margini di Genzano — sembra uscito da una sceneggiatura noir. Le tensioni familiari, i contenziosi immobiliari e una pistola carica sono ingredienti che ricordano alcune delle trame più tese della serie italiana “Suburra“, dove gli equilibri familiari e le eredità si intrecciano spesso con minacce e violenza.
Ma stavolta non si tratta di finzione. La pistola era vera, e le minacce pure. Genzano, una cittadina storica con affaccio sul lago di Nemi e sede di famose location cinematografiche (tra cui “La dolce vita” e alcuni episodi di “Romanzo Criminale”), finisce oggi sulle cronache per un fatto di sangue sfiorato, con un’arma puntata contro lo Stato e la famiglia.
Un caso che riaccende l’attenzione sulle armi e i conflitti familiari
Questo episodio solleva ancora una volta interrogativi importanti sulla sicurezza pubblica, sul controllo delle armi da fuoco e sulla gestione dei conflitti familiari legati all’eredità. Troppe volte, le dispute patrimoniali si trasformano in tragedie annunciate, alimentate da anni di rancori e silenzi.
Il 59enne, ora sotto custodia, rischia una condanna severa. Ma resta da chiarire come sia riuscito a procurarsi un’arma così pericolosa, e se abbia mai avuto precedenti legati a comportamenti violenti o minacciosi.
Intanto, la Procura di Velletri continua a indagare per accertare ogni responsabilità e per prevenire che vicende simili possano degenerare ulteriormente. La giustizia farà il suo corso, ma questa volta Genzano ha sfiorato il dramma. E per fortuna, senza vittime.