Gioconda, sullo sfondo ci sono i monti di Pisa. Dopo oltre 500 anni suggestiva ipotesi

Il paesaggio che fa da sfondo alla Gioconda di Leonardo da Vinci è toscano. Dietro il sorriso più enigmatico della storia dell’arte ci sono la torre di Caprona e il profilo dei monti pisani, da Vicopisano a Cascina, a Calci. La nuova ipotesi è stata annunciata a Vinci (Firenze), nella sede del Centro Espositivo Leo-Lev, a maggio, durante una conferenza dal titolo “La Gioconda svelata dalla scienza. Una nuova scoperta mondiale”. Gli autori della scoperta sono due studiosi francesi. L’ingegnere Pascal Cotte, direttore della Lumiere Technology, che nel 2004 su richiesta del Louvre ha digitalizzato la Monna Lisa. E Sylvain Thieurmel, ricercatore specializzato nella pittura e nella biografia dell’artista-scienziato del Rinascimento.
La Gioconda esaminata con speciali telecamere
Diciotto anni dopo la digitalizzazione condotta da Cotte, analisi dopo analisi, la Gioconda avrebbe rivelato nuovi particolari sotto la telecamera multispettrale. Telecamera inventata e progettata dal ricercatore francese, ora stabilito in Italia, a Ravenna, nell’istituto per l’analisi delle opere del Rinascimento. Sono emersi tre ritratti successivi della Gioconda, ma il paesaggio è rimasto immutato. La camera multispettrale, denominata L.A.M – Layer Amplification Method, ha identificato sullo sfondo del leggendario quadro il paesaggio dei monti pisani. Dal monte della Verruca alla torre di Caprona. Lo studio delle carte geografiche disegnate da Leonardo e due schizzi con la sanguigna, pubblicati dal grande studioso Carlo Pedretti, hanno permesso di confermare questa scoperta.

Effettuate anche ricerche in Toscana
In stretta collaborazione con Pascal Cotte e il laboratorio di Ravenna, Sylvain Thieurmel, esperto scientifico e ricercatore specializzato nella pittura di Leonardo da Vinci, ha effettuato una serie di ricerche in Toscana. Ricerche che lo hanno portato a comprendere il percorso dell’artista, molto probabilmente accompagnato dal suo allievo e amante Salai, dalla torre di Caprona alla Verruca. La sua ricerca lo ha portato alla scoperta di una grotta situata a Uliveto Terme, ai piedi del monte Verruca. Una maestosa roccia, “la nona”, rimasta intatta in un’enorme “sala aperta verso il cielo”. Quasi fedele rappresentazione del paesaggio che Leonardo dipinse nella Vergine delle Rocce del Louvre.
Sopralluogo anche nei luoghi natii di Leonardo
Sylvain Thieurmel si è quindi recato a Vinci, accompagnato dall’esperto di storia locale Nicola Baronti, più in particolare verso la valle del Vincio, San Pantaleo e Campo Zeppi. Lì dove ha abitato Caterina, la madre di Leonardo con la famiglia allargata di Accattabriga. Qui il giovane genio probabilmente crebbe, con la vista delle valli e della loro vegetazione. La nuova ipotesi contraddice un recente studio di un team dell’Università di Genova e del Museo di Storia Naturale di Piacenza. Il quale, a seguito di studi sui fossili, ha localizzato lo sfondo della Gioconda a Bobbio, nel piacentino. Alla conferenza a Vinci erano presenti i sindaci di Vinci, Giuseppe Torchia, e di Vicopisano, Matteo Ferrucci. E’ intervenuto anche Eugenio Giani, presidente della Regione Toscana.
Gli studiosi francesi hanno riconosciuto gli ambienti
“Mi fa piacere che gli studiosi francesi, leggendo la conformazione del quadro della Gioconda riconoscano ambienti come la Torre di Caprona. Dove entrò come soldato in battaglia, e la Fortezza della Verruca che ci riportano a Vicopisano – ha detto Giani -. Ho sempre sostenuto che Leonardo abbia intuito quello che è avvenuto secoli dopo. Nel 1858 si inaugura quel canale progettato da Manetti che segue esattamente il segno delle carte di Leonardo, e da Vicopisano passa in quello che oggi è La Botte. Il canale è servito a svuotare il lago di Bientina e indirizzare il corso delle acque, passando sotto l’Arno per 255 metri, dal comune di Vicopisano a quello di Calcinaia, verso Stagno, nel livornese”.