Attenta Giorgia, che ora ti chiederanno di cancellare la fiamma

Giorgia fiamma

Giorgia Meloni stia attenta, il prossimo obiettivo dell’antifascismo più noioso della terra sarà la Fiamma tricolore che campeggia nel simbolo di Fratelli d’Italia. È quella del Msi dal 1946. Fu una scelta politica quella di non utilizzare il simbolo di An.

E tra poco, su quella fiamma, a Giorgia chiederanno il conto perché a sinistra non si accontentano mai.

A Giorgia Meloni rinfacceranno quella fiamma

Già me lo vedo Corrado Formigli armeggiare con la fiamma, magari farà fare un’inchiesta a Fanpage per scoprirne la storia. Quel simbolo raduno’ i reduci, che preferirono la democrazia alle armi. Ma che ne sanno…

Da Piazza Pulita è ripartita una canea orrenda alla quale non si può rispondere – anche se capisco la rabbia – che “non c’è spazio per i nostalgici del Fascismo in Fdi”, oltre che le altre “categorie” di marca tedesca. Perché faranno sempre “più uno”.

Lo hanno fatto persino con Enrico Michetti, che è una brava persona catapultata improvvisamente nel postVentennio da Lilli Gruber. E per questo non può capire il male che fa quel giudizio “vergognoso” su quelle parole pronunciate dalla conduttrice rossa di La7. “È di destra, neofascista”.

Querelala pure, caro Michetti, ma chi ha militato nel Msi non prova alcuna vergogna. Quello era il partito che definivano “neofascista” e tu stavi nella Dc, hai legittimamente detto. Non dico come la giudicavamo alla nostra età, perché anche quella – spero – è storia passata anche se sei amico di un nostalgico di nome Lorenzo Cesa.

Un consiglio a Michetti su quella storia

Sia chiaro: io voterò Enrico Michetti, perché mantengo sempre gli impegni che prendo e anche perché lo chiedono Meloni e Salvini. Ma gli dicano di non ripetere più certe cose

È meglio Michetti quando parla di Roma antica, che poi era la passione anche di Luigi Petroselli, sindaco comunista della città.

Quei saluti romani in gioventù li facevamo anche noi, ma non per Giulio Cesare. Chiediamo solo un po’ di rispetto per quei nostri anni verdi. Come intende quella fotografia sopra il titolo di queste poche righe.