Giorgia Meloni non si arrende: pronti a un piano anti-clandestini con mezzi navali e aerei

“L’immigrazione non è un tema a parte rispetto al quadro geopolitico. Il conflitto in Sudan, la presenza del gruppo Wagner in Africa, come ha ricordato il Presidente Mattarella, sono un altro capitolo della lunga guerra tra potenze vecchie, nuove, emergenti”. Lo afferma il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in un’intervista a “Il Foglio”. “L’Unione europea – rivendica il premier – ha dato una prima risposta alle nostre analisi e proposte: in soli due Consigli a Bruxelles, quello del 9 febbraio e quello del 23 marzo, siamo riusciti a far cambiare paradigma. Noi abbiamo chiuso l’era in cui l’Italia taceva: rivendichiamo il nostro ruolo attivo e chiediamo che anche gli altri Stati costruiscano con noi una nuova politica migratoria europea”.
Meloni rilancia il Piano Mattei
“E’ nell’interesse di tutti. Per questo stiamo lavorando a un Piano Mattei per l’Africa e lo mettiamo sul tavolo delle azioni concrete. Un modello di cooperazione non predatorio che dia la possibilità alle nazioni africane di cogliere con il nostro aiuto le grandi opportunità che derivano dalle loro risorse”. Per il premier sono tre i punti in cui l’Unione europea deve impegnarsi. “Primo: l’Ue deve dar vita a un’operazione navale e aerea per la sorveglianza del Mediterraneo e il contrasto dei trafficanti di esseri umani, in coordinamento e appoggio con i Paesi di partenza, che a loro volta devono essere dotati di tutti i mezzi per stroncare la tratta. A questa politica di messa in sicurezza delle frontiere esterne dovrà accompagnarsi una gestione comune dei rimpatri delle centinaia di migliaia di irregolari presenti sul territorio europeo”.

“La Ue si prepari a investire molti soldi in Africa”
“Secondo punto: l’Ue deve disporre di una robusta capacità finanziaria per gli investimenti economici nel continente africano. I finanziamenti dovranno essere erogati sulla base di accordi vincolanti, misurabili per obiettivi e risultati, prima di tutto con gli Stati che sono oggi le basi di partenza dei migranti e con i Paesi più poveri che hanno bisogno di aiuto immediato. Cooperazione virtuosa in cambio di impegno a combattere l’immigrazione illegale”.
Garantire la libertà religiosa in Africa
“Terzo punto: una presenza capillare dell’Europa nella formazione, istruzione e ricerca per i giovani del continente africano, l’apertura concreta alla partecipazione delle donne alla vita delle istituzioni, la crescita culturale e consapevole dei diritti (penso anche al grande tema della libertà religiosa. In Paesi in cui ancora si muore perché cristiani) e dei doveri di ogni essere umano che costituisce il patrimonio più grande dell’Africa”.