Giorgio Ceccarelli, 29 anni fa l’arresto e la liberazione: la storia di un papà separato vittima di false accuse

“Ieri, come ogni 19 agosto, ho celebrato la mia liberazione dal carcere di Frosinone, nel 1996, insieme agli amici dell’Armata dei padri separati”. Con queste parole Giorgio Ceccarelli, attivista e fondatore dell’associazione Figli Negati, ha ricordato il ventinovesimo anniversario di un episodio che gli ha cambiato per sempre la vita: l’arresto per un’accusa mai provata e la successiva scarcerazione dopo otto giorni.

Chi è Giorgio Ceccarelli
La storia di Giorgio Ceccarelli è quella di un padre separato che ha trasformato un dramma personale in un impegno civile. Nato a Roma, dove vive tuttora, si è laureato in Giurisprudenza all’Università La Sapienza. Separato nel 1992, quando la figlia aveva solo 5 anni, nel 1996 fu travolto da un episodio che segnò per sempre la sua vita: l’arresto con l’accusa di spaccio di droga, dalla quale fu poi prosciolto perché totalmente estraneo ai fatti.

Da quell’esperienza drammatica nacque il suo impegno sociale. Nel 2005 ottenne l’affido condiviso e da allora è presidente delle associazioni Figli Negati e I Love Papà, entrambe attive per sostenere i genitori separati e i figli che rischiano di perdere il rapporto con un genitore.

“Ho realizzato la circolare didattica del ministro Moratti che ha aperto per la prima volta le scuole ai padri separati – racconta Ceccarelli – Ho fatto tante lotte in mezza Europa, compresa la marcia Daddy’s Pride, l’unica al mondo dei padri separati. È in difesa dei figli, perché possano amare due genitori e quattro nonni. Marciamo per i figli, affinché non perdano l’amore del proprio papà, magari per comportamenti sbagliati delle madri”.
Sui social Ceccarelli ha condiviso senza filtri la sua storia: “Mi sono separato nel ’92. Nel ’96 finisco in galera per spaccio di droga. Mi trovano nell’auto, mentre ero in vacanza con mia figlia, 80 grammi di cocaina pura, un bilancino e bustine pronte per lo smercio. Grazie a questo bel kit mi faccio ‘solo’ 9 giorni di galera in isolamento e a sciopero della fame. La pena prevista era di 20 anni. Vengo scarcerato e archiviato perché estraneo ai fatti commessi da altri. Questi altri, nel 2001, vengono condannati in primo grado dal tribunale di Frosinone: la mia ex suocera, un maresciallo della GdF e un detective. Il complotto alla coca era nato perché avevo negato a mia figlia di trasferirsi in Grecia con la madre ed il suo nuovo compagno greco”.
Uscendo dal carcere, Ceccarelli feci un voto: dedicare i vent’anni che avrebbe potuto trascorrere dietro le sbarre alla difesa dei diritti dei padri e dei figli separati. “Oggi – sottolinea – continuo a lottare perché ogni bambino abbia diritto a due genitori, nonostante la separazione”.

L’arresto ad Alatri: agosto 1996
Era il 12 agosto 1996 quando Ceccarelli, in vacanza ad Alatri (FR) con la figlia di 9 anni, fu fermato per un controllo dalla Squadra mobile di Frosinone. Sotto il sedile della sua auto vennero rinvenuti cento milioni di vecchie lire in cocaina pura. Pochi giorni prima, racconta, qualcuno aveva forzato la serratura della maniglia dell’auto.
“Mi ritrovai improvvisamente in galera, con il rischio di restarci vent’anni – ricorda – Ma dopo otto giorni fui scarcerato. Lo considero un miracolo, tanto che sono stato inserito tra i ‘miracolati’ nel libro di San Giovanni Rotondo dedicato a Padre Pio”.

I processi e le condanne
La vicenda giudiziaria ha avuto un lungo percorso. Nel 2003 il Tribunale di Frosinone condannò a nove anni di reclusione la ex suocera e un detective privato, mentre un maresciallo della Guardia di Finanza ottenne sei anni. La provvisionale stabilita era di 100mila euro.
Nei gradi successivi le pene vennero ridotte: nel 2005 la Corte d’Appello di Roma ridimensionò le condanne a tre anni e dieci mesi per la ex suocera e per il detective, mentre nel 2009 il maresciallo fu condannato a tre anni. I risarcimenti, però, si rivelarono minimi: 10mila euro dalla ex suocera e 20mila dal maresciallo. “Con quei soldi ho pagato solo l’avvocato – denuncia Ceccarelli – Il detective non mi ha versato nulla”.

“Un funerale della giustizia italiana”
Per Ceccarelli la vicenda rimane una ferita aperta: “La morale è amara: se volete eliminare un nemico, basta mettergli la droga in auto. Se non vi scoprono, rischia vent’anni di carcere. Se vi scoprono, non vi succede nulla: niente carcere, niente foto segnaletiche, niente risarcimenti. Dopo 29 anni posso dire che questa è stata la celebrazione del funerale della giustizia italiana”. Un’ingiustizia che gli ha cambiato la vita: “Avevo un futuro da avvocato, ma non ho mai potuto sostenere l’esame di Stato. Ho deciso allora di trasformare il male ricevuto in un impegno civile per milioni di italiani”.

La risposta di Papa Francesco
Il suo impegno non è passato inosservato. Nel gennaio scorso, Papa Francesco ha risposto a una sua lettera, pubblicata dal mensile vaticano Piazza San Pietro: “Condivido quello che lei propone – scrive Bergoglio – che ci siano leggi sempre più adeguate per permettere ai bambini dei genitori separati l’incontro e la crescita affettiva con tutti i loro familiari (…) I bambini non siano mai ostaggi, ma figli da amare e proteggere. Coraggio Giorgio, avanti insieme”.
Un incoraggiamento che Ceccarelli porta con sé come un segno di speranza, dopo una vita segnata da accuse false e da una lunga battaglia per i diritti dei padri separati.
