Giorno del Ricordo, la sinistra romana non vuole ancora ammettere i crimini comunisti

giorno del ricordo mattarella

“Il Giorno del Ricordo va degnamente onorato e difeso da qualsiasi forma di negazionismo. Soprattutto se espressa da figure istituzionali come hanno fatto il presidente del Municipio III, Marchionne e del suo assessore alla Cultura, Raimo. Rifiutando di indire manifestazioni commemorative. Una sorta di negazionismo istituzionale dal quale il sindaco Gualtieri deve prendere subito le distanze. Dopo quasi due decenni dalla istituzione del Giorno del Ricordo purtroppo ancora assistiamo a vergognose prese di posizione di odio o di giustificazione degli orrendi crimini perpetrati dai partigiani titini contro civili inermi, colpevoli solo di essere italiani. Grave e preoccupante che questi atteggiamenti siano di politici che hanno importanti ruoli in una amministrazione locale”.

Giorno del Ricordo, la sinistra ancora non ammette i suoi crimini

Lo sostengono Fabrizio Ghera capogruppo di Fdi alla Regione Lazio, e Antonello Aurigemma consigliere regionale del Lazio di Fdi. “Il loro atteggiamento ingiurioso e segnala che a sinistra non vogliono ancora ammettere le violenze compiute dai comunisti. A tutti i livelli di formazione e di comunicazione lo Stato deve fare di più per diffondere la conoscenza corretta dei fatti storici. E soprattutto per stigmatizzare la faziosità di alcuni studiosi che colpevolmente si ostinano a minimizzare il genocidio degli italiani di Istria, Dalmazia, Fiume e Pola. Conoscere la storia del confine orientale per preservare e rispettare la memoria delle sofferenze indicibili e della tremenda pulizia etnica inflitta ai nostri connazionali dalle milizie di Tito. Tragicamente culminate nell’esodo e nelle foibe, per troppi anni omesse dai libri di scuola.

Celebrare il 10 febbraio deve diventare un irrinunciabile atto di riconoscenza di tutto il nostro popolo verso le comunità di Giuliani, Dalmati e Istriani che hanno pagato un tributo pesantissimo in termini di vite umane e persecuzioni. Con l’auspicio che le nuove generazioni possano presto addivenire ad una memoria nazionale condivisa”. Così concludono Ghera e Aurigemma.

Proteste dei consiglieri di Fratelli d’Italia per le “dimenticanze”

Proteste per lo stesso argomenti anche dai consiglieri di FdI del III municipio. “Quando una triste pagina di storia come la tragedia delle foibe anziché essere celebrata nella giornata del ricordo del 10 febbraio passa nel silenzio di una ideologica amnesia istituzionale, il fatto è grave. Ancora più grave se consideriamo ché per troppi anni tali eventi drammatici sono stati confinati nell’oblio. Gli italiani vittime del massacro delle foibe meritano rispetto, meritano il ricordo, la storia merita conoscenza. Per tali ragioni diventa ancor più inammissibile la posizione di chi, pur rivestendo incarichi istituzionali, si lascia andare ad affermazioni indegne, accostabili al più bieco revisionismo e negazionismo storico, a corollario di una mera faziosità ideologica”.

Nessuna iniziativa nel III municipio per il Giorno del Ricordo

Lo affermano in un comunicato Andrea de Priamo e Lavinia Mennuni, consiglieri Fdi di Roma Capitale. Insieme con Serena Troiani, Giordana Petrella, Manuel Bartolomeo, Fabrizio Santinelli, consiglieri Municipali di Fdi in III Municipio. “In memoria delle vittime dell’esodo istriano giuliano e dalmata, e ai martiri della tragedia delle foibe, il gruppo consiliare di Fratelli d’Italia del III Municipio ha simbolicamente deposto un mazzo di fiori sotto la targa commemorativa posta nella sede municipale di Via Fracchia. L’iniziativa del gruppo di Fdi è stata presa per onorare il ricordo, in antitesi al silenzio istituzionale del III Municipio che non ha previsto alcun tipo di iniziativa celebrativa per la Giornata del Ricordo.

C’è anche chi si batte contro la Giorno del Ricordo

Sul silenzio istituzionale hanno poi tuonato le penose dichiarazioni dell’assessore municipale alla Cultura Raimo. Il quale uscendo dal coro del silenzio si è espresso sull’argomento della giornata del ricordo per mezzo dei social media con frasi gravissime. “Da storico e amministratore (…) mi batto per la sua abolizione”.  Vorremmo non aver mai letto certe frasi sulle pagine social-virtuali. Vorremmo invitare piuttosto l’Assessore e le istituzioni tutte al rispetto delle pagine di storia vere, che nei racconti di chi le ha vissute da vicino trasudano ancora sangue e dolore, per questo chiediamo memoria e rispetto!”