Giovane immigrato tenta la fuga da Casal del Marmo e minaccia i poliziotti

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Ancora un episodio di violenza nelle carceri italiane. Una volta uscito dalla cella, con un punteruolo di ferro creato artigianalmente e lungo 20 centimetri, ha minacciato il poliziotto addetto alla sorveglianza del reparto perché gli consegnasse le chiavi dei cancelli per poter scappare. A scongiurare il peggio l’intervento degli altri agenti in servizio, riusciti a bloccare il ragazzo, un detenuto minorenne originario dell’Europa dell’Est e con gravi problemi psichici, già sottoposto in passato a tso. E’ successo nella mattinata di sabato nel carcere minorile Casal del Marmo, a Roma. Lo rende noto il Sappe, sindacato autonomo di polizia penitenziaria.

Immigrato dell’Europa dell’est ha minacciato le guardie carcerarie

“Arrivati sul posto i rinforzi, il ragazzo ha indietreggiato chiudendosi dietro di sé il cancello di settore della sezione e continuando a minacciare con il punteruolo i poliziotti per farsi consegnare le chiavi – spiega il segretario nazionale per il Lazio, Maurizio Somma -. Gli agenti, a quel punto, hanno aperto il cancello di sbarramento nonostante il ragazzo cercasse più volte di colpirli con fendenti alle mani e all’addome, per poi disarmarlo e bloccarlo”.

I poliziotti prontamente intervenuti

“E’ solamente grazie ai poliziotti penitenziari – sottolinea il segretario generale Donato Capece – se il numero delle tragedie in carcere è fortunatamente contenuto. E’ necessario intervenire con urgenza per fronteggiare le costanti criticità penitenziarie. I soggetti con gravi problemi psichici non possono essere gestiti all’interno di un carcere ma in strutture ospedaliere idonee affinché vengano curati nel miglior modo possibile. Lo stesso detenuto nelle scorse settimane è stato protagonista di due incendi all’interno della cella, prontamente spenti dalla Polizia Penitenziaria”.

Muore di Covid un sovrintendente di 54 anni

Intanto si apprende di un altro lutto per Covid nelle carceri italiane. “Apprendiamo con estremo dispiacere la notizia della scomparsa del sovrintendente A.D. in servizio presso la casa circondariale di Bologna da tanti anni. Dopo una degenza di circa un mese nell’ospedale di Imola, non ce l’ha fatta. Vittima del covid, lascia moglie e figli a soli 54 anni. I colleghi lo ricordano come un uomo onesto e lavoratore, la notizia li ha lasciati senza parole”. Lo dichiara in una nota il Sindacato della Polizia penitenziaria.

13 i poliziotti penitenziari morti per la pandemia

Il segretario generale del sindacato Aldo Di Giacomo aggiunge: “In quella che sembra essere una strage senza fine, perde la vita silenziosamente un altro servitore dello Stato, un uomo molto apprezzato dai colleghi stessi e con molta esperienza alle spalle. Con A.D. sono tredici i poliziotti penitenziari che hanno perso la vita colpiti dal covid-19. Bisogna continuare a tenere alta l’attenzione contro il virus purtroppo ancora letale e proseguire velocemente con la campagna vaccinale in tutte le carceri del territorio nazionale. Restiamo uniti intorno al dolore della famiglia a cui esprimiamo le nostre condoglianze”.