“Giù le mani dal coregone!”. Ora la Ue vuole mettere fuorilegge i nostri pesci d’acqua dolce

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La Ue ci dà gli insetti da mangiare e toglie dalle nostre tavole trote e coregoni. E’ proprio così: le considera specie non autoctone. Dopo “il vino nuoce alla salute”, il prosciutto crudo nuoce alla salute” e altre amenità del genere, ora la Ue entra nelle nostre acque interne per dirci che cosa dobbiamo e che cosa non dobbiamo fare e mangiare. Viva la faccia degli inglesi, che hanno avuto gli attributi per sbattere la porta a questa Europa ottusa e fuori dalla realtà. Insomma, la nuova direttiva Ue vieta di introdurre nelle acque interne specie non autoctone, come appunto il coregone, trote e altre. Ma non sa che esse sono da noi da secoli e che hanno sempre fornito ai nostri pescatori lavoro e consentito alle nostre tavole di essere imbandite.

Battaglia della Lega in difesa di trota e coregone

La Lega inizia la battaglia contro questa nuova imposizione comunitaria. Il sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon, ha spiegato la battaglia della Lega in questo comparto. “Insieme all’onorevole Simona Baldassarre, il responsabile Dipartimento Pesca Lega Lorenzo Viviani, il Sindaco di Anguillara Angelo Pizzigallo e Claudia Maciucchi, ci siamo mossi per contrastare la assurda direttiva europea che limita la ripopolazione di specie ittiche considerate non autoctone. Tra queste ci sono il coregone, trote fario, trote lacustri, salmerini ed altre, che comunque sono presenti da secoli nelle nostre acque e che hanno dato da lavorare ai pescatori e prodotto una cultura culinaria importante tanto da risultare una risorsa economica fondamentale.

La Direttiva Ue ritirata fuori da Conte

In questi giorni – prosegue Durigon – abbiamo incontrato gli operatori del settore al fine di predisporre un istanza da recapitare il Parlamento Europeo che possa intanto derogare alla problematica ed in seguito modificare tale limitazioni”. E uno di questi incontri, particolarmente affollato, si è svolto pochi giorni fa nel paese lacustre di Trevignano Romano, dove da secoli i pescatori locali campano delle ricchiezze che il lago di Bracciano offre. La direttiva europea in questione di chiama “Habitat” e risale addirittura al 1992 M anel 202o il governo Conte-bis l’ha rispolverata – chissà perché – e l’ha applicata in Italia. Messe al bando tutte le specie non attestate prima del XVI secolo. La verità è che non passa giorno senza che la Ue non aggredisca la nostra dieta mediterranea. Quali e di chi interessi stanno coprendo?