Conte pesantissimo: no ai “ricatti di governo” su Roma

Ricatti governo

Improvvisamente arriva su Facebook il no chiaro e tondo di Giuseppe Conte ai “ricatti di governo”.

Lo scrive sulla sua pagina, gli da’ il crisma dell’ufficialità, attacca ad alzo zero. Che cosa ha fatto arrabbiare Conte contro il governo Draghi? Il consiglio dei ministri di ieri. E più precisamente la marchetta a Gualtieri sul termovalorizzatore di Roma. Ecco che cosa scrive l’ex premier.

No ai ricatti di governo

“Noi non cediamo ai ricatti.

Dopo varie settimane il Governo ha finalmente inserito in un decreto da 14 miliardi le misure che il M5S sta chiedendo da tempo: tasse sugli extra-profitti di chi ha speculato guadagnando sui rincari, aiuti alle imprese e alle famiglie con redditi medio-bassi e alle prese con la perdita del potere d’acquisto. Bene. Molto bene”. Poi la botta.

“Peccato però che ci è stato chiesto di digerire, rimanendo zitti e buoni, una norma che con la sicurezza energetica e i sostegni ai cittadini e imprese non c’entra nulla. Una norma che è stata infilata nel testo per permettere, come già preannunciato, di poter realizzare a Roma un impianto inceneritore che ci riporta al passato e allontana il futuro. Un impianto che è fuori dalla tassonomia europea e dalle più recenti tecnologie che contrastano l’inquinamento e ci consentono di realizzare la transizione ecologica che vogliamo: democratica, partecipata, dal basso, equa e sostenibile”.

Neppure lo stralcio della norma

“Abbiamo assicurato – continua Conte – piena disponibilità a concedere poteri straordinari al Sindaco di Roma, ma per realizzare impianti basati su nuove tecnologie eco-sostenibili. Bastava una lieve riformulazione della norma. Niente da fare. Abbiamo allora osato chiedere lo stralcio della norma: poteva essere inserita altrove e poteva essere così convintamente votata dalle altre forze politiche che a parole dichiarano ai quattro venti che sono favorevoli alla transizione ecologica. Ma niente da fare”. Quindi la scelta di non votare. Non è stato un capriccio spiega Conte.

“Siamo stati costretti, alla fine, a non votare questa norma e quindi tutto il decreto in cui era inserita. Nonostante le misure a sostegno di cittadini e imprese sono quelle da tutto il Movimento invocate da tempo. Abbiamo scelto la coerenza con gli impegni presi con i cittadini. Abbiamo scelto i nostri valori, che sono la lotta all’inquinamento, la tutela dell’ambiente”. Con la sfida finale.

“Non sappiamo quello che significhi per altri, ma per noi la transizione ecologica non è uno slogan. È la nostra battaglia per il futuro dei nostri ragazzi”. E il Pd?