Giustizia: nonostante i fondi (319 milioni), ancora nessun processo arretrato è stato smaltito…

Tribunale di Roma

“Nei primi cinque mesi di quest’anno l’Italia ha già speso 319 milioni dei 2,3 miliardi di euro stanziati dal Pnrr per l’Ufficio del processo, ma nessun processo arretrato è stato smaltito. Abbiamo dato la giustizia in mano a giovani precari. Impiegati a tempo, che non sono in grado di svolgere le reali mansioni per le quali sono stati assunti. Per l’incapacità della classe politica e per le resistenze di una buona parte della magistratura, che è contro la riforma, come dimostra lo sciopero delle scorse settimane. Al posto di provvedimenti strutturali, la riforma ha aggiunto burocrazia alla burocrazia, complicando una situazione già critica. Di tutto ciò saremo presto chiamati a rendere conto”.

Ma negli uffici si lavora?

Lo afferma Massimo Battaglia, segretario generale di Confsal Unsa, prima sigla sindacale del comparto Giustizia, che ieri è tornata in piazza contro la riforma Cartabia davanti al ministero a Roma. La manifestazione segue quella organizzata lo scorso mese di settembre davanti a Montecitorio. “Il personale di tribunali, istituti penitenziari e uffici Nep è ridotto all’osso. Negli uffici, alla data del 31 dicembre 2021, lavoravano 32.000 dipendenti su 43.000. E poi ci si lamenta se la giustizia è lenta – denuncia Battaglia -.

La magistratura contraria alle riforme

E che dire delle condizioni in cui operano i lavoratori? Uffici sporchi, aule di tribunale senza aria condizionata, in alcuni casi mancanza di sicurezza e di igiene. A causa della totale assenza di interventi strutturali e di lavori di manutenzione. La verità è una sola: tra pochi mesi questo governo sarà agli sgoccioli e l’Italia sarà di nuovo in campagna elettorale, con gli stessi problemi di prima. E pensare che negli Stati Uniti, in sole sei settimane, chiuso il processo a Johhny Depp. L’America… direbbero gli antichi”, conclude Battaglia.