Goffredo Bettini avverte Grillo, il PD a Roma mai con la Raggi

Foto Alessio Porcu.it. Beppe Grillo è sceso in campo in prima persona, per sponsorizzare la ricandidatura di Virginia Raggi a sindaco di Roma. Con un post in romanesco (sbagliato), Aridaje Virgi, Roma ha ancora bisogno di te. Ma nonostante l’endorsement del fondatore del M5S, le acque per la prima cittadina rimangono molto agitate. Sul fronte interno, con i cinque consiglieri ribelli capitanati dal presidente della commissione mobilità Enrico Stefano, e dagli ex presidenti dell’urbanistica e del bilancio Donatella Iorio e Marco Terranova. E con la presidente del Municipio VII Monica Lozzi passata armi e bagagli nel nuovo movimento fondato da Gianluigi Paragone. Ma anche con i possibili alleati del PD non va meglio. Perché gli stessi ‘dissidenti’, sono quelli che chiedono a gran voce anche a Roma di mettere in campo una coalizione allargata. Con dentro i dem e Leu, secondo il modello sperimentato nel Conte II. Una condizione difficile però. perché il PD sulla Raggi non vuole proprio convergere. E sta facendo scaldare i muscoli all’ex ministro Gualtieri. Il rischio a sinistra, è che ognuno vada per conto proprio. Compreso Calenda, che per ora resta in campo. Ecco allora che si è fatto sentire Goffredo Bettini, che da trent’anni della sinistra romana è un po’ il ‘deus ex machina’. Con un messaggio diretto proprio a Grillo. Che sa tanto di un ultimo avvertimento.

PD e M5S divisi a Roma. E nella Capitale Bettini manda in soffitta il modello ‘Conte II’

Il tanto decantato modello messo in campo nel governo Conte II rischia di andare in soffitta già alle prossime elezioni amministrative di Roma. Dove anche a causa della ricandidatura della Raggi per il fronte grillino, il centrosinistra si appresta ad andare in ordine sparso. Con un calibro del livello di Goffredo Bertini che senza mezzi termini ha dichiarato, noi la sindaca uscente non la portiamo. Sicuramente non un bel biglietto da visita, visto che le elezioni a Roma saranno osservate speciali nello scacchiere politico italiano. E se i dem sono in pressing sull’ex ministro Gualtieri, anche il leader di Azione Calenda rimane in campo. Mentre il centrodestra, diviso a livello nazionale,  sul fronte locale mantiene la sua compattezza. Anche se il nome unitario ancora non c’è, e per ora è derby tra Andrea Abodi e Guido Bertolaso. Certo, se nessuno supererà il 50% al promo turno, ci sarà il ballottaggio. E a quel punto il variegato mondo del centrosinistra potrebbe riunirsi. Con il solito imperativo di battere le ‘destre’. Ma dopo essersene dette di tutti i colori in campagna elettorale, questa volta il giochino potrebbe non riuscire. Starà al centrodestra unito saperne approfittare.

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