Alla fine ci voleva Goffredo Bettini per dare ragione a Matteo Salvini: quello di Mario Draghi non è il governo del Pd. Anche se dal Nazareno si ostinano a fingere che non hanno problemi col premier, la botta è di quelle pesanti. Perché la parola di Bettini continua ad avere rilievo nel partito.
E meno male che ha detto quelle cose. Perché semmai sono loro, gli uomini di Enrico Letta, a stare male nell’esecutivo, altro che i mugugni di chi dice alla Lega – ma dai social – di uscire dall’esecutivo. Per lasciare la strada libera proprio al Pd? Non sia mai.
Bettini dà ragione a Salvini
D’altronde, Bettini è un nostalgico, e non solo lui a quanto pare. Soffre di nostalgia per Giuseppe Conte, che tempo addietro indicò addirittura come punto di riferimento dei progressisti. Povera politica, se persino uno come Goffredone arriva a dire ‘ste cose. E dai salamelecchi continui e ostentati di Letta al neo capo dei Cinquestelle pare che siano sulla stessa lunghezza d’onda. Anche se Letta è più ipocrita quando finge di credere nella cosiddetta “agenda Draghi” mentre Bettini pare più sincero quando la fa a pezzi.
L’orrenda trama Pd-M5s
Se dipendesse dal guru rosso, Mario Draghi andrebbe spedito prima possibile al Colle per ricominciare la trama orrenda tra Pd e Cinquestelle. Ecco perché sbaglia chi spinge Salvini a sfasciare tutto: è esattamente il contrario quello che deve fare. Anche, quando capita, ingoiando qualche boccone amaro. Ma sarebbe molto peggio lasciare gli italiani in balia di quelli dello ius soli e della patrimoniale.
Non tutti la pensano come Bettini nel Pd e ieri l’ex capogruppo Andrea Marcucci non le ha mandate a dire, invocando una presa di posizione di Letta. Che, poverino, è imbalsamato e non si può proprio pronunciare.
Finirà con i soliti giochi di Palazzo per giustificare distanze che sono enormi nel Pd e più in generale nella sinistra. Vorrà dire che alle elezioni perderanno con ancora maggior vigore. Prima o poi bisognerà votare…