Golpe anche in Gabon: salta il tappo del neocolonialismo francese. Le Pen attacca Macron

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Un Paese ricco di petrolio, ma inspiegabilmente flagellato dalla povertà. Membro dell’Opec, con una produzione – secondo il Financial Times – di circa 200mila barili al giorno. E’ il Gabon, uno dei più piccoli produttori dell’Opec, dove dalle prime ore di oggi si susseguono notizie sulle sorti del presidente Ali Bongo, che era stato appena proclamato vincitore dopo le contestate elezioni di sabato scorso. Un terzo mandato con oltre il 64% dei voti alla guida di un Paese con uno dei Pil pro capite più alti tra i Paesi africani (poco meno di 14mila dollari secondo stime del 2021) ma con più di un terzo della popolazione (circa 2,3 milioni di persone) che vive al di sotto della soglia di povertà senza accesso ai servizi di base.

Nuovo golpe nell’Africa francofona

Il colpo di stato in Gabon, ex colonia francese (il Paese continua ad avere stretti rapporti economici e diplomatici con Parigi), sarebbe l’ennesimo in Africa occidentale e centrale dal 2020, dopo Mali, Burkina Faso, Guinea, Ciad, Sudan e Niger (appena un mese fa). Rispetto a Niger, Mali e Burkina Faso, dove i golpe alimentati dai timori di una spirale di violenza legata all’estremismo islamico, il Gabon – evidenzia il Washington Post – è un Paese pacifico, considerato relativamente stabile. Mali, Burkina Faso, Guinea, Niger e Sudan sono stati tutti sospesi dall’Unione Africana. I fatti odierni in Gabon, da 56 anni sotto la dinastia dei Bongo accusata di abusare della sua posizione per accumulare ricchezze, rappresentano il secondo tentativo di golpe al potere di Bongo dopo quello fallito del 2019.

Le Pen: tutta da ripensare la politica francese in Africa

Marine Le Pen sollecita il ministro degli Esteri Catherine Colonna chiarimenti sulla “dottrina della Francia nelle relazioni con il Gabon” e sulla “coerenza della vostra politica africana” dopo i “fatti gravi in Gabon nella più totale confusione. Di fronte all’incompetenza che caratterizza la vostra politica africana, può precisare qual è la dottrina della Francia sulle relazioni con questo Paese storicamente amico?”, chiede il presidente di Rassemblement National all’Assemblée National rivolgendosi direttamente “a Mme le Ministre Colonna”.

“Quali misure concrete e urgenti state adottando per la protezione dei nostri connazionali? La Francia riconosce la validità di queste elezioni? Può dire che non esiste alcun accordo che impegna il nostro Paese a intervenire a sostegno del governo del Gabon?”. Secondo Le Pen, “è un imperativo riorientare la politica africana della Francia verso una cooperazione rispettosa dei popoli e delle sovranità nell’interesse dei nostri continenti”.

Un generale nominato presidente della transizione

Intanto il generale Brice Oligui Nguema, capo della Guardia repubblicana, nominato “presidente della transizione” dai golpisti in Gabon. Lo dice la tv Gabon 24, che cita i militari, secondo cui “il generale Brice Oligui Nguema designato all’unanimità presidente del Comitato per la transizione e la restaurazione delle istituzioni, presidente della transizione”. L’ufficiale che ha letto il comunicato alla presenza di decine di militari in rappresentanza di tutti i corpi d’armaata non ha precisato la durata della transizione.