Governo dei tecnici, lo pretende pure la magistratura

Il governo dei tecnici lo pretende la magistratura. Perché altrimenti diventa difficile capire che cosa succede.

Ad esempio, Catania. Lì un magistrato ha preteso di bloccare un decreto del governo Meloni, varato per frenare la spinta dell’immigrazione clandestina (nella foto il tribunale).

Chi vuole il governo dei tecnici

Il giudice non ha convalidato il trattenimento di uno dei cittadini tunisini trasferiti il 27 settembre al centro di trattenimento di Modica. Il giudice afferma che “il richiedente non puo’ essere trattenuto al solo fine di esaminare la sua domanda. “E che il trattenimento deve considerarsi misura eccezionale e limitativa della liberta’ personale, ex art.13 della Costituzione”.

Eppure, il decreto poggia e su criteri europei che sono stati pedissequamente rispettati dalla normativa italiana. Purtroppo, come già accaduto in passato, accade che il Governo lavori per fermare l’immigrazione illegale di massa e la tratta di esseri umani, una parte della magistratura ideologizzata da’ l’idea di volere ostacolare l’azione dell’esecutivo.

Non si può dare torto a Matteo Salvini quando commenta così: “Sbarcato da 10 giorni, e ricorso subito accolto dal Tribunale. Ma aveva l’avvocato sul barcone??? Riforma della giustizia, presto e bene”.

“A pensar male si fa peccato…”

Gli fanno ecco i capigruppo leghisti Romeo e Molinari: “Tunisino liberato a tempo di record. Stupisce che la giustizia italiana di fronte al solito ricorso di un immigrato ritrovi velocità e scatto che gli italiani invocano da anni. È vergognoso che Salvini per aver esercitato le proprie funzioni da ministro dell’Interno sia in tribunale insieme a Richard Gere. Anzi no, l’attore è a Hollywood. Questo è il film della sinistra che rende ridicolo il nostro Paese”.

Ovviamente la sinistra esulta. E di fronte a questo spettacolo come si fa a non vedere movimenti che puntano davvero ad impedire al governo di fare il suo lavoro? Si parla molto di rischio governo dei tecnici: “a pensar male si fa peccato, ma spesso ci si indovina”. Vuoi vedere che Andreotti aveva ragione?