Governo e Cts insistono sulle scuole: la cui riapertura ha scatenato la seconda ondata

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Governo nel panico e per giunta spaccato tra falchi e colombe. Si attende per domani l’ennesimo dpcm con i provvedimenti più o meno assurdi sollecitati da più parti. Il premier Giuseppe Conte ha riunito i capi delegazione per fare il punto sulle nuove misure che dovrebbero rientrare nel nuovo dpcm. Presenti anche i ministri direttamente coinvolti. La riunione è in parte in presenza e in parte in collegamento video. Nella riunione dei capidelegazione con il premier Conte si discute delle misure da assumere per le prossime settimane per contrastare la pandemia da Covid. Tra i temi sul tavolo, la nuova stretta sull’orario di chiusura dei locali pubblici e in particolare dei ristoranti. In discussione ci sarebbe l’ipotesi di una chiusura alle 20 o addirittura alle 18.

Il governo ha perso il controllo

A dirsi però “contraria a misure drastiche” è la ministra Teresa Bellanova, come confermano fonti di Italia viva, che ha evidenziato le “pesantissime ricadute” che potrebbero in questo caso nuovamente riversarsi sulla filiera agroalimentare, legata alla ristorazione per un valore di circa il 40%. Critica l’opposizione. “Se fino ad oggi i problemi erano sostanzialmente due – emergenza sanitaria e crisi economica -, ora se ne aggiunge un terzo: quello dell’ordine pubblico. Tutto questo era prevedibile e il governo ha bruciato mesi preziosi elevando muri ad opposizioni e Parlamento. Usando solo conferenze stampa, annunci social, influencer, Cts e facendo scarica barile.  ’Il nemico Covid non è ancora sconfitto, circola tra noi’, ha dichiarato il premier. Ci chiediamo: chi ha perso il controllo? A quanto pare i Dpcm del presidente del Consiglio non sono l’arma giusta per combattere il virus, Conte ne prenda finalmente atto e faccia un passo indietro”. Lo afferma in una nota Patrizia Marrocco, deputata di Forza Italia.

Il Cts schierato ciecamente col governo

Interviene anche Franco Locatelli, presidente del Consiglio Superiore di Sanità e componente del Cts. Che ovviamente si schiera con le scelte contrddittorie del governo. E insiste con le scuole, la cui riapertura frettolosa ha evidentemente scatenato la seconda ondata. “Stiamo facendo in queste ore riflessioni col ministro Roberto Speranza, il presidente dell’Iss Silvio Brusaferro e il direttore scientifico dello Spallanzani Giuseppe Ippolito per identificare parametri volti a stabilire soglie. Parliamo di combinazioni di numeri tra contagiati rispetto ai tamponi, occupazioni delle terapie intensive e ricoveri ordinari, morti. L’idea è di arrivare a definire un meccanismo che faccia scattare dei livelli di restrizioni fino alla peggiore ipotesi del lockdown nazionale a cui faremo di tutto per non arrivare”.

La scuola può proseguire a distanza, l’economia no

Un lockdown nazionale, continua Locatelli, ”avrebbe conseguenze sociali ed economiche inaccettabili. E la scuola va tutelata a tutti i costi: nella peggiore delle ipotesi sarà l’ultima da sacrificare”, insiste. Invece è evidente che è stata proprio la riapertura delle scuole, sulla quale il governo si è impuntato, a scatenare la seconda ondata. Il governo deve tornare sui suoi passi se vuole evitare la catastrofe. La scuola può continuare a distanza, mentre l’economia nazionale non sopavviverebbe a un secondo lockdown a cui ci stanno portando.